Marta Opezzo - 12 anni - Torino
Scuola Media Statale C. Nigra - Prof.ssa Rita Ardissone

Segnalazione per la particolare sensibilità ai problemi concernenti l'evoluzione storica ed estetica, le conoscenze teoriche e scientifiche, la creatività e le abilità tecniche dell'arte della danza.

LA DANZA

La danza. Come ogni forma d'arte non ha estremi. Ha parti che la compongono. C'è la musica. Non importa quale sia: lirica, moderna, latino-americana…, deve soltanto saper entrare negli animi dei ballerini, e non poterne più uscire, finchè non si spegne con lo stoppino di una candela, lasciando lo spasimo del cuore e la diffidenza dello scettico cervello, a confronto con una nuova emozione. La musica è l'assenza della danza. Poi c'è il movimento. I ballerini sembrano burattini, legati alla fatale dolcezza dei comandi imposti. Angeli di cristallo per la loro fermezza, o amanti peccatori dell'inferno di Dante, perché sbattuti dai venti bruschi e, allo stesso tempo, irrequieti, che mordacemente scandiscono il tempo dei loro movimenti. Non c'è boria nei loro sguardi calmi. La loro mente è concentrata su uno schema di movimenti studiati o improvvisati, ma egualmente inerenti, adattati ad un'antologia di note. I loro occhi si incrociano e parlano come se si trattasse di una commedia. Hanno costumi sfavillanti e capelli unti dalla brillantina. Prima danzano il "Lago dei Cigni", proterve creature tese l'una sull'altra; poi su un letto di petali di rose, come amanti limitati da fisime e paure; poi ancora in un musical di grandi icone del cinema. Cambiano e si modellano, ritrovandosi in location sempre nuove: prima in un lago uggioso, dopo in castelli di rose, per far evadere la mente dalla realtà… Quest'arte è il mio sogno, quello che accudisco, perché guardando da supina le stelle ho capito come i grandi uomini hanno costruito i loro sogni nella realtà.