Alice
Cazzola - 13 anni - Torino
Scuola Europea Spinelli - Prof.ssa Barbara Giovannini
Segnalazione per la particolare
sensibilità nell'esposizione, sempre scientificamente corretta, e - quando
occorra - ironicamente demitizzante, dei problemi concernenti la creazione e
la comunicazione dei lessici.
Il collezionista di parole
"Aracnofobia,
aracnofobia" fischiettò Geremia nell'orecchio al signor Wort.
Dovete sapere che il signor Wort era un collezionista di parole, raccoglieva
le parole più strane, le più brutte, quelle più buffe e
quelle più belle
Suonava il violino e dalla sua antologia musicale prendeva spunto per
nuove parole come allegro, andante, adagio, preludio, vivace
Geremia, il suo merlo, che accudiva come un figlio, le acchiappava per
le strade e tra la gente per poi fischiettargliele.
Il signor Wort era un uomo di 70 anni, senza famiglia, che aveva passato la
sua vita in una orrenda fabbrica a impacchettare caramelle (parola che non sopportava)
sottoposto agli ordini di un caporeparto protervo e mordace.
Era povero ma non triste, perché c'erano le sue parole (schedate e ordinate
con cura in diversi quadernetti neri) e Geremia a fargli compagnia.
Andava in biblioteca per consultare i vocabolari e conoscere così nuove
parole.
Il suo aforisma preferito era: "Il dizionario è il migliore
amico dell'uomo".
Per ogni parola inserita della quale spesso non conosceva ancora il significato
ma gli piaceva il suono, aveva inventato un sistema numerico che attribuiva
a ogni lettera dell'alfabeto un numero (A=1, B=2, C=3).
Per esempio, la parola ecomostro sotto "Parolacce e parole orripilanti"
la chiamava 5-3-15-13-15-19-20-18-15.
Il signor Wort si era così abituato ad usare questo sistema, che certe
volte, quando andava al mercato, invece di parlare in modo "normale"
teneva a mente il suo sistema esprimendosi in numeri e tutti lo prendevano
per pazzo.
Portava sempre con se nel taschino un quadernetto nero, logoro e unto,
pronto per essere riempito.
Ma torniamo ad aracnofobia, cosa significava?
Gli venne in mente di quando da bambino spaventava sempre una sua compagna di
classe (per la quale si era preso una cotta) che soffriva d'aracnofobia
buttandole addosso una ventina di ragnetti: questa allora era una parola
da mettere sotto "Dispetti fatali"!
Calogero, il figlio della portinaia, era un adorabile ragazzino di 12 anni pimpante
e allegro.
Si era affezionato molto a Wort e spesso al pomeriggio andava a fare quattro
chiacchiere con lui.
Portava anche i suoi compiti e così il signor Wort aveva sempre nuove
spunti per trovare nuove parole.
Spesso, quando Calogero leggeva dei testi in italiano, il signor Wort si arrabbiava
perché si imbattevano in tante parole inglesi.
Si chiedevano come mai non ci fosse un modo per esprimere lo stesso concetto
in italiano e scettico pensava che gli italiani non avessero più
voglia di inventare o tradurre delle parole nuove in italiano, come per esempio
location, della quale non conosceva il significato.
Sul giornale aveva anche letto concept store, questa però gli
sembrava una parola originale ed educata.
Una mattina uggiosa e cupa, che si trasformò più tardi
in limpida a causa dei venti freddi che soffiavano dall'est, morì Geremia.
Picchiettava sempre sulla finestra del vicino per sentire il telegiornale a
conoscere nuove parole, così avendogli a volte dato fastidio, questi
gli fece fare una brutta fine.
Il signor Wort lo imbalsamò e lo sistemò sul comodino vicino al
letto in modo da poterlo sempre vedere.
Col passare degli anni, il signor Wort invecchiava e la sua raccolta cresceva,
sempre più specializzata e inerente.
Era diventato ormai fissato e la sua fisima dominante era di trovare
più parole possibili.
Superata una certa età morì, più tardi fu ritrovava la
sua collezione della quale fecero il più grande, interessante vocabolario
mai esistito inserendo anche il sistemo numerico.
Venne chiamato Wocabolario, Ossessionato, nel Raccogliere Tutto, detto semplicemente:
W.O.R.T.!