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 La pericolosità del combustibile al plutonio

Il reattore nucleare n. 3 della centrale giapponese di Fukushima, esploso il 14 marzo 2011, è l’unico della centrale ad essere alimentato con Mox, un misto di ossidi di uranio e plutonio.
Il Mox, che viene usato in circa 40 reattori in Europa e Giappone, offre fondamentalmente due vantaggi:
1. permette di usare parte del plutonio prodotto dai reattori nucleari (circa 70 tonnellate l’anno) e parte di quello ricavato dallo smantellamento di armi nucleari, risparmiando sui costi di conservazione dei materiali radioattivi;
2. permette di ottenere un combustibile nucleare meno costoso e più efficiente.
Tuttavia il Mox, essendo molto più instabile e radioattivo di altri combustibili nucleari, aumenta i rischi di incidenti nucleari e, in caso di fuoriuscita, è estremamente più dannoso. Il plutonio, dati i tempi di dimezzamento, resta pericoloso per un tempo corrispondente a migliaia di generazioni umane.
Come documenta Legambiente, saranno alimentati a Mox anche i reattori nucleari che la Francia dovrebbe fornire all’Italia in base all’Accordo di cooperazione, firmato dai due governi nel 2009.
Nella centrale giapponese di Fukushima, il reattore 3 è stato caricato con questo combustibile al plutonio nell’agosto 2010, dopo che due reattori, nelle centrali di Kyushu Genkai e Shikoku Ikata, erano stati caricati con Mox nel novembre 2009 e marzo 2010.
Il piano dell’Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare prevedeva che, in una prima fase, dovessero essere caricati con combustibile al plutonio dieci reattori.
Il Mox per i reattori giapponesi è stato prodotto in Francia, utilizzando scorie nucleari inviate dal Giappone. Dall’impianto di ritrattamento di La Hague, in Normandia, il combustibile al plutonio è stato trasportato per circa 1000 km, con autocarri, fino all’impianto Melox di Marcoule (nella Francia meridionale, a circa 200 km dal confine italiano), dove vengono fabbricate le barre di Mox.
Le barre di Mox sono state trasportate di nuovo a La Hague per allestirne la spedizione in speciali contenitori. Essi sono stati trasportati al porto di Cherbourg (sulla Manica) e imbarcati su due navi, che sono salpate nel febbraio 2009 verso il Giappone.
Greenpeace l’ha definita la più grossa spedizione di plutonio della storia: le barre di Mox ne contenevano 1800 kg. E ha denunciato i pericoli derivanti dal suo trasporto su terra e via mare per decine di migliaia di kilometri, in condizioni nelle quali nessuno può prevedere che cosa avverrebbe in caso di incidente.
Greenpeace ha denunciato inoltre che il Mox favorisce la proliferazione delle armi nucleari, in quanto se ne può estrarre plutonio: con quello della spedizione del 2009 si potrebbero fabbricare 225 armi nucleari.
Quasi nessun governo ha prestato attenzione all’allarme lanciato da Greenpeace.
Non è stato ascoltato neppure il governo irlandese, quando nel 2003 ha chiesto alla Corte di arbitraggio dell’Aia di far chiudere l’impianto di ritrattamento di Sellafield sulla costa inglese del Mar d’Irlanda, autorizzato dal governo britannico nel 2001.
L’impianto di Sellafield, di cui si serve anche il Giappone, è fonte di un pericoloso inquinamento radioattivo del Mar di Irlanda e del Nord Atlantico.

La rotta delle navi che trasportano combustibile al plutonio dall’impianto di ritrattamento di Sellafield, in Inghilterra, alle centrali nucleari in Giappone.