Cellule
ibride e ibridomi
Poiché
per molti esperimenti non si trovano tipi cellulari adatti,
i ricercatori hanno escogitato un modo per creare linee cellulari
ibride, cioè derivate dalla fusione di due diversi
tipi cellulari. Diventa così possibile selezionare artificialmente
cellule con le caratteristiche desiderate.
La
fusione avviene quando due tipi cellulari, mischiati nella stessa
piastra di coltura, vengono trattati con virus
inattivati o con sostanze, come il glicole etilenico, che permettono
la fusione dei citoplasmi. Ne nasce una cellula con due nuclei,
detta heterokaryon. I due nuclei possono fondersi
durante la mitosi dando
luogo ad un ibrido vero e proprio.
La
produzione di ibridi ottenuti tramite la fusione tra fibroblasti
umani e fibroblasti di topo ha permesso il mappatura
di numerosi geni umani su specifici cromosomi.
Durante la
mitosi di questa nuova cellula, infatti, la maggior parte dei
cromosomi umani viene persa rapidamente e in modo casuale, dando
luogo a una varietà di cellule ibride, ognuna delle quali
contiene uno o pochi cromosomi umani insieme a quelli di topo.
Questi ibridi possono essere usati per conservare e riprodurre
un cromosoma, e sono perciò chiamati librerie
genomiche cromosoma-specifiche.
Gli heterokaryon
sono stati utilizzati per l’esecuzione di un particolare test
genetico, il test di complementazione. Vogliamo sapere
se due cellule che esprimono lo stesso difetto genetico hanno
mutazioni nello stesso gene
o in geni diversi.
Immaginiamo
che le due cellule non siano in grado di riparare i danni prodotti
dalla luce ultravioletta sul proprio DNA. Se le mutazioni sono
recessive è possibile rispondere a questa domanda tramite
il test di complementazione: si ottengono gli heterokaryion fra
i due tipi cellulari e si verifica se il difetto genetico risulta
corretto dopo la fusione oppure no. Se l’ibrido riesce a riparare
i danni si dice che i due difetti si complementano fra loro, e
quindi sono verosimilmente da imputare a mutazioni in geni diversi;
se l’incapacità di riparazione permane, i due difetti non
si complementano e quindi si tratta presumibilmente di difetti
nello stesso gene.
La
produzione di anticorpi monoclonali
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