Analizzare
gli spettri è complicato!
Il compito
del biologo in questi studi è quello di isolare il composto
dalle cellule nella forma più pura possibile – ma è
più facile dirlo che farlo.
Prendiamo
per esempio l'apparato fotosintetico
della cellula: ci sono voluti decenni di lavoro per separare i
complessi proteina-clorofilla che costituiscono i fotosistemi.
Due complessi
diversi avranno spettri di assorbimento diversi. Lo spettro del
fotosistema è la somma degli assorbimenti delle proteine
e dei pigmenti che lo compongono.
Due
complessi a diverso grado di purezza (perché isolati con
metodi differenti) avranno perciò spettri di assorbimento
diversi. Se per esempio i trattamenti con i detergenti
allontanano troppe molecole di clorofilla dalle proteine, il comportamento
del complesso nei confronti della luce risulterà diverso
da quello che effettivamente ha all'interno del cloroplasto.
Lo
spettro cambia anche se il complesso molecolare si trova in ambiente
ossidante
oppure riducente.
Nel
caso dei fotosistemi, che cedono facilmente gli elettroni
eccitati ad altre molecole, una soluzione ossidante conterrà
il fotosistema nella forma ossidata, con spettro diverso da quello
dello stesso fotosistema nella forma ridotta.
Questo
è un problema, ma è anche un vantaggio perché
permette di rivelare l'esistenza di una reazione che comporta
il trasferimento di elettroni.
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