La nascita
del termine fotosistema
Nel 1974
si riscontrò un'attività fotochimica nel complesso
I, cioè la conversione della luce in energia chimica, e venne
coniato il termine fotosistema.
Fu chiaro allora
che i complessi proteina-clorofilla rappresentavano realmente l'architettura
della membrana dei tilacoidi,
e non erano artefatti della preparazione.
Nuovi detergenti
e miglioramenti nell'elettroforesi
su gel di poliacrilammide permisero di perfezionare la purificazione
delle molecole, ma questo determinò la distruzione dei complessi
I e II, che si disperdevano in numerose bande sul gel.
Non c’erano
più, invece, pigmenti liberi. Per un certo periodo vi furono
idee confuse su quanti fossero realmente i complessi clorofilla-proteina
nella membrana intatta.
Si
dovette arrivare al 1983 per stabilire che vi sono due
complessi attivi, cioè due fotosistemi, ciascuno composto
da proteine, clorofille, pigmenti e ciascuno divisibile in complessi-antenna
(responsabili della massima efficienza nella cattura della luce)
e in centri reattivi (che raccolgono gli elettroni
energetici e li passano ai trasportatori).
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