Manlio Dinucci
Il sistema globale seconda edizione - Geografia del sistema globale
Zanichelli Editore

 

Il problema delle scorie nucleari ( (dicembre 2003)

modulo F: Scelte energetiche (Il sistema globale seconda edizione)
modulo E: Scelte energetiche (Geografia del sistema globale)

La quantità di scorie radioattive, generate nel mondo dalle centrali elettronucleari e dagli impianti di arricchimento e ritrattamento del combustible nucleare, ha raggiunto nel 2000 le 220000 tonnellate di metallo pesante e, aumentando di oltre 10000 tonnellate annue, nel 2005 dovrebbe salire a 270000 tonnellate.

Il paese con la maggiore quantità di scorie radioattive, oltre 40000 tonnellate nel 2000, sono gli Stati uniti. Al secondo e terzo posto sono Francia e Giappone, rispettivamente con oltre 8000 e 7000 tonnellate.

Vi sono inoltre le scorie, a minor grado di radioattività ma pur sempre nocive, risultanti dallo smantellamento delle centrali: una quantità due volte e mezza superiore a quella prodotta dalla stessa centrale in quarant'anni di funzionamento.

Il periodo di dimezzamento (il tempo che occorre perchè la radioattività si riduca alla metà di quella iniziale) è, per i prodotti di fissione degli atomi di uranio, mediamente di 10-30 anni: ciò significa che, perchè essi decadano a livelli trascurabili di radioattività, occorrono fino a 1000 anni.

Il costo per la conservazione delle scorie nucleari è enorme: secondo stime fatte nella seconda metà degli anni Novanta, solo per incapsulare e disporre in condizioni di sicurezza le scorie ad alto livello di radioattività, si dovranno spendere negli Stati uniti oltre 110 miliardi di dollari (al valore del 1996); in Canada, 9,7 miliardi; in Francia e Germania, rispettivamente oltre 7 e 5 miliardi.

Oltre alle scorie radioattive, si è accumulata una grossa quantità di plutonio, prodotto dagli impianti commerciali di ritrattamento del combustibile nucleare: si stima che, nel 2000, essa abbia superato le 200 tonnellate.

La quantità di plutonio è in costante aumento: solo gli impianti nucleari dei paesi industrializzati dell'Ocse ne producono 50 tonnellate all'anno.

Si aggiungono a queste circa 250 tonnellate di plutonio per uso militare.

Per comprendere quale sia la sua pericolosità, basti pensare che il periodo di dimezzamento del plutonio è di 24400 anni: ciò significa che esso resta pericoloso per circa 250000 anni, un tempo corrispondente a 10000 generazioni umane.

In Italia sono rimasti, dopo la chiusura delle centrali nucleari, 55000 metri cubi di scorie radioattive, 35000 dei quali sono conservati nelle centrali in attesa di demolizione. Il resto è conservato in altri siti, principalmente negli impianti di Saluggia in Piemonte e Casaccia nel Lazio.

Il deposito di Saluggia, dove vengono tenuti 1500 metri cubi di scorie altamente radioattive, si trova sulle sponde della Dorea Baltea, a due kilometri dalla confluenza con il Po, in una zona a forte rischio di alluvione, sopra le più importanti falde acquifere del Piemonte.

Circa 1500 tonnellate di scorie altamente radioattive, prodotte dal combustibile nucleare usato nelle centrali nucleari italiane, sono state inviate nell'impianto di ritrattamento di Sellafield in Gran Bretagna per estrarne uranio e plutonio. Ciò che rimane è un materiale altamente radioattivo a periodo di dimezzamento lunghissimo, ammontante a circa 600 tonnellate, che l'Italia deve provvedere a stoccare in condizioni di sicurezza.

Compresi i rifiuti radioattivi degli ospedali e degli impianti industriali, si calcola che nel 2005 si saranno accumulate in Italia circa 90000 tonnellate di materiali radioattivi, cui se ne aggiungeranno altre 60000 tonnellate quando verranno demolite le centrali nucleari. È quindi della massima urgenza trovare una sistemazione definitiva e in condizioni di sicurezza per questo materiale radioattivo.

La soluzione del problema non è facile, data l'opposizione delle popolazioni allo stoccaggio delle scorie radioattive sul proprio territorio. C'è chi propone un unico sito in cui stoccare tutte le scorie e chi, invece, propone di ripartirle in più siti. C'è anche chi propone di inviare le scorie più pericolose in qualche paese disponibile a tenerle, naturalmente dietro forte compenso. Tale ipotesi viene però respinta da altri, in base alla considerazione che ciò significherebbe esporre a rischio le popolazioni di questi paesi.

C'è inoltre da tener conto del fatto che lo "smaltimento" delle scorie radioattive è divenuto un lucroso affare per società senza scrupoli, che si occupano di esportare le scorie nei paesi più poveri senza le necessarie misure di sicurezza o di collocarle in contenitori che vengono gettati sul fondo del mare, con gravi conseguenze ambientali e sanitarie.

Il problema, ancora irrisolto ed economicamente molto oneroso, è dove conservare in condizioni di sicurezza la crescente quantità di scorie radioattive prodotte dagli impianti nucleari, che restano altamente pericolose per secoli e millenni.

Negli Stati uniti, è stato deciso nel febbraio 2002 di concentrare le scorie radioattive in un unico deposito sotterraneo, che sarà costruito sotto il Monte Yucca (Nevada meridionale, 160 km a nord-ovest di Las Vegas). Nei suoi tunnel saranno conservate, in oltre 11000 contenitori, 70000 tonnellate di scorie radioattive (63000 provenienti da centrali elettronucleari e 7000 da impianti nucleari militari).

Il costo e la complessità dell'operazione sono enormi. Solo per gli studi preliminari del terreno e il progetto sono stati spesi circa 7 miliardi di dollari; per la costruzione del deposito, si prevede una spesa di almeno 58 miliardi di dollari.

Si tratta poi di trasferirvi il materiale radioattivo, attualmente conservato in 131 depositi sotterranei distribuiti in 39 stati: per il trasporto occorreranno 4600 treni e autocarri che dovranno attraversare 44 stati.

I critici del progetto, soprattutto rappresentanti dello stato del Nevada e ambientalisti, sostengono che, quando il deposito sarà ultimato (con tutta probabilità dopo il 2010), si sarà accumulata, al ritmo di circa 2300 tonnellate all'anno, una quantità tale di scorie radioattive da richiedere la costruzione di un altro deposito. Sostengono inoltre che, in base a studi scientifici effettuati da commissioni non-governative, sarà impossibile impedire a lungo termine infiltrazioni di acque sotterranee nel deposito.


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Nel sito di Greenpeace Italia vi sono importanti dati sul problema della conservazione delle scorie nucleari.

Trovare il sito di Greenpeace Italia.
Trovare, nell'archivio, la sezione relativa al nucleare.
  Quale società si occupa dello "smaltimento" delle scorie radioattive nell'oceano? È una pratica legale o illegale? In quale mare questa società propone di affondare i contenitori con le scorie radioattive?
  Quando la Federazione russa ha modificato la propria normativa per autorizzare l'importazione di scorie radioattive? Che cosa prescrive la Convenzione internazionale comune sulla sicurezza della gestione del combustibile esaurito e delle scorie radioattive, adottata nel 1997 ed entrata in vigore il 18 giugno 2001?

 
 


 

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