Manlio Dinucci
Il sistema globale seconda edizione - Geografia del sistema globale
Zanichelli Editore

 

I flussi migratori internazionali (novembre 2002)

modulo E: Tendenze demografiche (Il sistema globale seconda edizione)
modulo C: Tendenze demografiche e urbanesimo (Geografia del sistema globale)

Il grosso dei flussi migratori internazionali è dovuto agli squilibri socioeconomici tra regioni più sviluppate e regioni meno sviluppate e a quelli tra un paese e l’altro all’interno di ciascuna regione.

A questi si aggiungono i flussi migratori interni, determinati dai divari di sviluppo economico tra una parte e l’altra del paese. In Cina vi sono 120 milioni di migranti interni che, dalle province dell’entroterra, vanno a lavorare in quelle costiere economicamente più sviluppate.

Chi lascia il proprio paese lo fa per sfuggire a una condizione di povertà o precarietà economica e poter aiutare i familiari rimasti in patria, o comunque per migliorare la propria condizione lavorativa e sociale. Altri lo fanno per sottrarsi a persecuzioni e guerre.

I flussi migratori internazionali si dirigono non solo dai paesi economicamente meno sviluppati dell’Africa, Asia, America latina ed Europa orientale ai paesi economicamente più sviluppati, soprattutto quelli del Nord America e dell’Unione europea. Gran parte dei flussi migratori avviene tra paesi in via di sviluppo dell’Asia, Africa e America latina, e anche tra quelli dell’Europa orientale. Vi sono flussi migratori anche tra paesi economicamente sviluppati.

L’emigrazione internazionale si svolge oggi prevalentemente su base temporanea, dato che i paesi ospiti adottano misure restrittive per limitare al massimo l'immigrazione su base permanente dalle regioni economicamente meno sviluppate (eccettuate, in certi casi, le riunificazioni familiari).

Secondo una stima approssimativa, circa 150 milioni di persone – meno del 3% della popolazione mondiale – vivono oggi al di fuori del loro paese di nascita.

Gli italiani nel mondo, che conservano la propria cittadinanza, sono quasi 4 milioni. Per il 56,2% si trovano in altri paesi europei, per il 29,5% in America latina, per l’8,8% nell’America del Nord, per il 3,1% in Oceania, per l’1,7% in Africa e per lo 0,7% in Asia.

Gli immigrati soggiornanti in Italia – secondo dati del Ministero dell’Interno aggiornati al 31 dicembre 2001 – sono 1.362.630, ossia quasi tre volte meno dei cittadini italiani che vivono in altri paesi. Il loro numero è calato di 25.523 unità rispetto al 2000.

Calcolando i nuovi nati e i minori arrivati successivamente in base al ricongiungimento familiare, la presenza straniera regolare in Italia può essere quantificata complessivamente in circa 1.600.000 persone, equivalenti al 2,8% della popolazione.

  La provenienza degli immigrati è la seguente: 41,4% dall’Europa (28,9% dall’Europa centro-orientale, 10,8% da altri paesi dell’Unione europea, l’1,7% da altri paesi europei); 26,9% dall’Africa; 19,1% dall’Asia; 11,6% dalle Americhe (8,2% dall’America centrale e meridionale, 3,4% da quella settentrionale); lo 0,2% dall’Oceania; il restante 0,8% è composto di apolidi e persone di provenienza ignota.

Ciò significa che all’incirca il 54% degli immigrati soggiornanti in Italia proviene dalle regioni economicamente meno sviluppate e il 46% da quelle economicamente più sviluppate.

Riguardo alla provenienza nazionale, al primo posto è il Marocco, seguito da Albania, Romania, Filippine, Cina, Tunisia, Stati uniti, Jugoslavia, Germania e Senegal.

In Italia, gli immigrati contribuiscono con il loro lavoro allo sviluppo economico, sopperendo allo scarso incremento demografico e a mansioni lavorative poco ricercate.

Contribuiscono allo stesso tempo, con la loro presenza, alla creazione di uno spazio interculturale di grande importanza soprattutto nella scuola. In quella italiana studiano oggi oltre 300.000 figli di immigrati.

Per evitare situazioni conflittuali e fenomeni razzisti, è di fondamentale importanza una politica migratoria che, coinvolgendo tutti i soggetti, riesca a far convivere, all’interno della nostra società, differenti tradizioni culturali, linguistiche, sociali e religiose. è questo il modo più efficace per costruire una globalizzazione incentrata sulla persona umana.


RICERCA SU INTERNET
Saper "navigare" su Internet, alla scoperta di informazioni, sta divenendo una delle competenze fondamentali, sia nella scuola che nel lavoro. Per questo proponiamo, in via sperimentale, alcune attività utili ad apprendere "l'arte della navigazione". Uno scoglio, certamente, è rappresentato dal fatto che in Internet la lingua dominante è l'inglese, cui si aggiungono, nei siti delle principali organizzazioni internazionali, il francese e lo spagnolo. Ciò tuttavia può essere di stimolo all'apprendimento delle lingue.

Per verificare la capacità di trovare i siti e le specifiche informazioni in essi contenute, vengono proposte alcune ricerche, indicate con il simbolo
Per verificare la comprensione delle informazioni trovate su Internet vengono poste alcune domande, indicate con il simbolo Tali domande servono anche ad approfondire l'argomento trattato.

La redazione e l'autore sono interessati a conoscere l'opinione di chi ha provato a svolgere queste attività e possono essere contattati, via e-mail, per eventuali chiarimenti e proposte.

Nel sito della Caritas di Roma http://www.caritasroma.it/immigrazione/ è disponibile una sintesi del Dossier statistico Immigrazione 2002 / Lavoratori e cittadini.

Trovare il quadro degli immigrati soggiornanti per aree di insediamento.
In quale parte d’Italia c’è il più alto numero di immigrati soggiornanti? In quale parte c’è il più basso numero?
Trovare il quadro relativo alla presenza di cittadini non italiani nella scuola.

Da quali paesi proviene la maggior parte dei figli di immigrati che studiano nella scuola italiana? Disegnare eventualmente un grafico.

Reperire notizie sui paesi di origine della maggior parte dei figli di immigrati che studiano nella scuola italiana, redigendo singole schede con informazioni geografiche, economiche, sociali e culturali. Si possono a tal fine usare motori di ricerca su Internet e pubblicazioni, così come testimonianze dirette dei figli di immigrati e di loro familiari.
Una analoga scheda relativa all’Italia può essere redatta dai figli di immigrati.

 
 


 

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