Manlio Dinucci
Il sistema globale seconda edizione - Geografia del sistema globale
Zanichelli Editore

 

L'agricoltura e alimentazione (novembre 2003)

modulo D: Questioni sociali (Il sistema globale seconda edizione)
modulo B: Economia e società (Geografia del sistema globale)

Nonostante il forte incremento demografico, la produzione alimentare mondiale è cresciuta negli ultimi decenni più rapidamente della popolazione ed è quindi aumentata la produzione procapite. Tale tendenza, secondo le proiezioni della FAO al 2010, dovrebbe proseguire.

Tra il 1962 e il 2002, la produzione cerealicola mondiale è più che raddoppiata, passando da 933 milioni a oltre 2 miliardi di tonnellate annue.

Tale crescita della produzione è stata determinata non dall'estensione della superficie coltivata, aumentata di poco (da 653 a 658 milioni di ettari), ma dal fatto che la resa dei terreni è più che raddoppiata, passando in media, su scala mondiale, da 1427 kilogrammi per ettaro nel 1962 a 3083 kg/ha nel 2002.

La resa dei terreni è in genere maggiore nelle regioni economicamente più sviluppate, dove si raccolgono (in base ai dati del 2002) in media circa 3600 kilogrammi di cereali per ettaro, in confronto ai 2800 delle regioni meno sviluppate. Negli Stati uniti si producono su un ettaro (in base ai dati del 2002) in media 5570 kilogrammi di cereali, mentre in India se ne producono 2340.

Viene quindi prodotta su scala mondiale una crescente quantità di alimenti, sufficiente in teoria ad assicurare un buon livello nutritivo ad ogni abitante della Terra.

Tuttavia, la disponibilità alimentare è inegualmente distribuita sia sul piano geoeconomico (tra regioni e paesi economicamente più sviluppati e regioni e paesi economicamente meno sviluppati), sia soprattutto sul piano sociale (fra strati ricchi e poveri della popolazione).

La causa fondamentale della fame non è la mancanza di cibo sul mercato ma la povertà, soprattutto nelle zone rurali dove grandi masse di popolazione sono private della terra, e quindi della possibilità di produrre il necessario per vivere, e allo stesso tempo non hanno un reddito sufficiente per acquistare il cibo di cui hanno bisogno.

Sottoalimentazione e malnutrizione sono diffuse anche tra gli abitanti poveri delle bidonville alle periferie delle grandi città, dove affluiscono crescenti masse di popolazione rurale rimaste prive dei mezzi minimi di sostentamento.

È questa parte della popolazione, sia nelle zone rurali che urbane, la più esposta alla sottoalimentazione e malnutrizione: dato che le famiglie povere spendono anche il 90% del loro reddito in cibo, basta un piccolo calo delle loro misere entrate, o un aumento limitato dei prezzi dei generi alimentari, a privarle della possibilità di procurarsi la quantità minima di cibo.

Come conseguenza, vi sono nel mondo (secondo gli ultimi dati della Fao) circa 840 milioni di persone cronicamente sottoalimentate. Se fossero riunite in un unico continente, la sua popolazione supererebbe quella di tutti gli altri continenti, eccetto l'Asia. Esse sono concentrate per il 95% nelle regioni economicamente meno sviluppate, per il 60% in quella dell'Asia e del Pacifico.

Milioni di persone muoiono ogni anno per le conseguenze della fame cronica. Tra queste, vi sono circa 6 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni: ciò vuol dire che muoiono direttamente a causa della fame, in media, 11 bambini al minuto, 685 ogni ora, oltre 16 mila al giorno.

A uccidere non è solo la fame, ossia la sottoalimentazione cronica, ma anche la "fame nascosta", ossia la malnutrizione, dovuta soprattutto alla mancanza di ferro e vitamine nell'alimentazione. Ne sono affetti oltre due miliardi di persone.

La fame non colpisce solo le regioni economicamente meno sviluppate. Si stima che, nei paesi con economie in transizione (quelli dell'ex Urss e dell'Europa centrale e orientale), vi siano almeno 30 milioni di persone sottoalimentate, corrispondenti al 7% della popolazione complessiva e al 9% di quella della Comunità di stati indipendenti.

Nei paesi industrializzati si stima che vi siano almeno altri 11 milioni di persone sottoalimentate.

Anche nel paese con la più forte economia del mondo, gli Stati uniti, milioni di famiglie soffrono la fame. Secondo dati forniti nell'ottobre 2003 dal Dipartimento statunitense dell'agricoltura, nel 2002 circa 12 milioni di famiglie, equivalenti all'11% del totale, hanno avuto difficoltà ad acquistare cibo a sufficienza. Tra queste, 3,8 milioni (l'8,6% in più che nel 2001, il 13% in più che nel 2000) hanno sofferto la fame, al punto tale che in ciascuna di esse alcuni membri sono stati costretti a saltare dei pasti non essendoci abbastanza cibo per tutti.


RICERCA SU INTERNET
Saper "navigare" su Internet, alla scoperta di informazioni, sta divenendo una delle competenze fondamentali, sia nella scuola che nel lavoro. Per questo proponiamo, in via sperimentale, alcune attività utili ad apprendere "l'arte della navigazione". Uno scoglio, certamente, è rappresentato dal fatto che in Internet la lingua dominante è l'inglese, cui si aggiungono, nei siti delle principali organizzazioni internazionali, il francese e lo spagnolo. Ciò tuttavia può essere di stimolo all'apprendimento delle lingue.

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La redazione e l'autore sono interessati a conoscere l'opinione di chi ha provato a svolgere queste attività e possono essere contattati, via e-mail, per eventuali chiarimenti e proposte.

Nel sito della Fao http://www.fao.org/, c'è un motore di ricerca (in inglese) che fornisce i dati fondamentali sull'agricoltura e l'alimentazione.

Aprire i database statistici, quindi la sezione FAOSTAT con i dati sull'agricoltura e, al suo interno, quella sugli indici di produzione agricola.
Partendo dalla finestra di sinistra, selezionare i termini inglesi corrispondenti a: "mondo", "cibo" e (produzione) "netta procapite".
  Selezionare quindi l'anno 1961 e sottoporre la richiesta al database; ripetere l'operazione selezionando l'anno 2002.
  Qual era l'indice della produzione alimentare mondiale procapite nel 1961 (prendendo il 1989-1991 come base 100)? Qual è, secondo i dati del 2002, l'attuale indice?
  Ripetere l'operazione, sostituendo al termine inglese corrispondente a "mondo" quello corrispondente a "paesi in via di sviluppo" e lasciando invariati gli altri.
  Qual era l'indice della produzione alimentare procapite nei paesi in via di sviluppo nel 1961 (prendendo il 1989-1991 come base 100)? Qual è, secondo i dati del 2002, l'attuale indice?

 
 


 

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