Manlio Dinucci
Il sistema globale seconda edizione - Geografia del sistema globale
Zanichelli Editore

  Le dinamiche della popolazione italiana (novembre 2005)

modulo E: Tendenze demografiche (Il sistema globale seconda edizione)
modulo C: Tendenze demografiche (Geografia del sistema globale)

Secondo i dati relativi al 31 dicembre 2004, pubblicati dall’Istat nell’Annuario statistico italiano 2005, la popolazione residente in Italia ammonta a 58.462.375 unità, di cui 30.085.571 femmine e 28.376.804 maschi.

A livello territoriale 26.469.091 abitanti (45% del totale) risiedono nel Nord, 11.245.959 (19%) nel Centro e 20.747.325 (36%) nel Mezzogiorno (v. definizione delle ripartizioni geografiche nella didascalia della tavola in fondo alla scheda).

Rispetto alla stessa data dell’anno precedente, la popolazione complessiva è aumentata di 574.130 unità.

Tale incremento è dovuto soprattutto al saldo migratorio positivo, ossia al fatto che nel 2004 si sono registrate in Italia 2.056.055 iscrizioni a fronte di 1.497.866 cancellazioni: il numero di residenti è così aumentato di 558.189 unità.

Il saldo migratorio positivo è stato determinato principalmente dal saldo migratorio con l’estero (nel 2004 sono immigrate 379.717 persone in più di quelle emigrate) e dall’incremento dovuto alle rettifiche post-censuarie (152.572 unità).

A livello territoriale il saldo migratorio è positivo in tutte le ripartizioni geografiche, con valori particolarmente elevati nel Nord e relativamente più bassi nel Centro e Mezzogiorno.

Allo stesso tempo, per la prima volta dal 1992, anche il saldo naturale dell’Italia è stato positivo: il numero dei nati vivi ha superato quello dei morti di 15.941 unità.

Nel 2004 si sono registrati il numero più alto di nascite e il numero più basso di morti degli ultimi dodici anni: i nati vivi (562.599) sono stati quasi 20 mila in più rispetto al 2003; i morti (546.658), quasi 40 mila in meno.

Il tasso di fecondità (numero medio di figli per donna) è stato nel 2004 di 1,33: il livello più alto registrato in Italia negli ultimi quindici anni, da quando nel 1995 toccò il minimo con 1,19 figli per donna.

L’aumento del tasso di fecondità su scala nazionale nel periodo 1995-2004 è dovuto al fatto che, mentre nel Mezzogiorno è calato da 1,39 a 1,35 figli per donna, nel Nord è aumentato da 1,04 a 1,32 e nel Centro da 1,07 a 1,28.

Nonostante tale aumento, il tasso di fecondità del Nord e del Centro resta più basso di quello del Mezzogiorno, mentre la mortalità è più alta.

Di conseguenza, nel periodo 2002-2004, il saldo naturale del Nord e del Centro è restato negativo (ossia il numero dei nati vivi è stato inferiore a quello dei morti), mentre quello del Mezzogiorno è restato positivo (ossia il numero dei nati vivi è stato superiore a quello dei morti).

A livello internazionale l’Italia rimane uno dei paesi meno prolifici, ossia con uno dei più bassi tassi di fecondità.

In base ai dati relativi al 2003, ultimo anno disponibile per un confronto all’interno della Unione europea dei 15 (Ue15), solo la Grecia presenta un valore più basso (1,27) del tasso di fecondità italiano (1,29).

Se invece si considera l’attuale Unione europea dei 25 (Ue25), anche alcuni paesi dell’Est europeo (Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Polonia e Ungheria) hanno un tasso di fecondità inferiore a quello italiano.

Per quanto riguarda la nuzialità (il rapporto tra il numero di matrimoni celebrati nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente), nel 2004 essa è scesa al minimo storico per l’Italia: 250 mila matrimoni, poco più di 4 ogni mille abitanti. Il tasso di nuzialità dell’Italia è uno dei più bassi nell’Unione europea dei 25.

Nel 2004 si è registrato un ulteriore invecchiamento della popolazione: il numero di anziani (persone di 65 anni e oltre) è salito a quasi 138 per ogni cento bambini e ragazzi di età inferiore ai 15 anni. Per avere un termine di paragone, si pensi che nel 2001 era di 129. Nella Ue25 l’Italia è la nazione maggiormente investita dal processo di invecchiamento della popolazione.

Il processo di invecchiamento, in corso in quasi tutte le regioni d’Italia (solo la Campania e la provincia autonoma di Bolzano presentano un’eccedenza di giovani rispetto agli anziani), è più accentuato nel Centro e nel Nord che nel Mezzogiorno.

La popolazione italiana è una delle più longeve nella Ue25: la durata media della vita è di 77 anni per i maschi (inferiore solo a quella della Svezia) e di 83 per le femmine (pari a quella della Francia).

 

 

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Il testo integrale dell’Annuario statistico italiano 2005 si trova nel sito dell’Istituto nazionale di statistica.

Trovare il sito dell’Istituto nazionale di statistica (istat).
Aprire la pagina di presentazione dell’Annuario statistico italiano 2005, cliccare su “volume completo” e, nella pagina successiva, ancora su “volume completo”.
Nella pagina successiva effettuare il download del “Capitolo 2 Popolazione”.
Cercare la tavola con gli indicatori demografici per regione dell’anno 2004.
Qual è la regione più prolifica (con il più alto numero medio di figli per donna)? Qual è la meno prolifica (con il più basso numero medio di figli per donna)? Nella tua regione il numero medio di figli per donna è superiore, inferiore o uguale a quello medio dell’Italia?
In quale regione i maschi hanno la più alta speranza di vita alla nascita (durata media della vita) e in quale regione la più bassa? In quale regione le femmine hanno la più alta speranza di vita alla nascita e in quale la più bassa? Nella tua regione la speranza di vita alla nascita dei maschi e quella delle femmine sono superiori, inferiori o uguali a quelle medie dell’Italia?
Cercare la tavola con i dati sui matrimoni nell’anno 2004.
In quale regione si registra il più alto numero di matrimoni ogni mille abitanti? In quale regione si registra il più basso numero di matrimoni ogni mille abitanti? Nella tua regione il numero di matrimoni ogni mille abitanti è superiore, inferiore o uguale a quello medio dell’Italia?

 
 


 

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