Manlio Dinucci
Il sistema globale seconda edizione - Geografia del sistema globale
Zanichelli Editore

  Le fonti energetiche del Caspio (ottobre 2001)

modulo F: Scelte energetiche (Il sistema globale seconda edizione)
modulo E: Scelte energetiche (Geografia del sistema globale)

Vi sono nella regione del Caspio riserve petrolifere accertate stimate in 18-35 miliardi di barili: molto inferiori a quelle del Medio Oriente (675 miliardi di barili), ma superiori a quelle degli Stati Uniti (22 miliardi) e del Mare del Nord (17 miliardi).

Dovrebbero esservi anche altre riserve che, secondo stime ottimistiche, potrebbero ammontare a 235 miliardi di barili.

Si aggiungono a queste grosse riserve accertate di gas naturale, stimate in circa 6700-9500 miliardi di metri cubi, equivalenti probabilmente a quelle nordamericane di circa 8500 miliardi.

Si stima che, oltre alle riserve accertate di gas naturale, ve ne dovrebbero essere altre che potrebbero ammontare a quasi 9300 miliardi di metri cubi.

Attorno a queste riserve energetiche – particolarmente importanti, poiché si inizia a sfruttarle appieno solo ora – si è aperto un forte contenzioso. Nel Caucaso, la regione tra il Mar Caspio e il Mar Nero, esso è sfociato in conflitti armati tra paesi un tempo facenti parte dell'Unione Sovietica.

La situazione è resa ancora più complessa dalla competizione, apertasi attorno alle fonti energetiche del Caspio, tra compagnie petrolifere statunitensi, russe, europee, giapponesi e mediorientali, sostenute dai rispettivi governi.

Nel 1994, il governo dell'Azerbaigian (che fa parte con la Federazione russa della Comunità di stati indipendenti) ha firmato un primo importante accordo, per lo sfruttamento delle sue riserve petrolifere, con un consorzio internazionale.

In questo consorzio, circa il 60% delle azioni appartiene alla compagnia anglo-statunitense Bp/Amoco e ad altre compagnie statunitensi, mentre quella russa Lukoil possiede il 10%. Accordi analoghi con le grandi compagnie petrolifere sono stati stipulati anche da altri governi della regione.

Si è aperta contemporaneamente la "guerra degli oleodotti", per decidere quali vie devono seguire il petrolio e il gas del Caspio per raggiungere i paesi consumatori.

Nel 1999, è stato inaugurato l'oleodotto settentrionale, che collega il porto azero di Baku (capitale dell'Azerbaigian) sul Caspio col porto russo di Novorossiisk sul Mar Nero: da qui il greggio avrebbe dovuto essere trasportato al porto bulgaro di Burgas (sempre sul Mar Nero) e, via terra, attraverso i Balcani fino in Europa occidentale

Ma, subito dopo essere stato aperto, l'oleodotto è stato sabotato in Cecenia (repubblica della Federazione russa) dalle forze ribelli in guerra contro quelle russe. Per rendere l'oleodotto agibile fino a Novorossiisk, la Russia ha realizzato un bypass (inaugurato nel 2000) che aggira a nord il territorio ceceno.

Contemporaneamente però, nei Balcani, la guerra del 1999 ha provocato una situazione tale da rendere improponibile per il momento la prosecuzione di questo "corridoio" petrolifero, attraverso tale regione, fino in Europa occidentale.

Sempre nel 1999 è stato inaugurato l'oleodotto che, passando a sud del territorio russo, collega Baku al porto georgiano di Supsa sul Mar Nero. È stata una vera e propria svolta geostrategica, frutto principalmente della politica statunitense: l'apertura dell'oleodotto ha cominciato a sottrarre alla Federazione russa l'esportazione del petrolio del Caspio.

Nello stesso anno, sempre su iniziativa statunitense, Turchia, Azerbaigian, Georgia e Kazakistan hanno firmato a Istanbul un accordo per la costruzione di un altro oleodotto, in grado di trasportare un milione di barili di greggio al giorno da Baku sul Caspio al porto turco di Ceyhan sul Mediterraneo, attraverso un percorso esterno al territorio russo.

Il progetto, il cui costo è stato inizialmente stimato in circa 2,5 miliardi di dollari, è sostenuto finanziariamente dal Caspian Finance Center – costituito ad Ankara dal governo statunitense con il compito di finanziare questo e altri progetti nella regione del Caspio – e dalle principali agenzie federali statunitensi.

 

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Nel sito del mensile francese Le Monde diplomatique, alla pagina http://www.monde-diplomatique.fr/2000/10/RADVANYI/14290, si trova una documentazione sui conflitti del Caucaso, a cura di Jean Radvanyi, direttore dell'Osservatorio degli Stati post-sovietici. Il materiale è corredato di carte e integrato da altri articoli.
Cercare le schede informative su Armenia, Azerbaigian e Georgia.
Mettere a confronto, costruendo eventualmente dei grafici, i dati di questi paesi relativi a: superficie, popolazione, prodotto nazionale lordo, prodotto nazionale lordo pro capite, bilancio della difesa, consistenza delle forze armate.
Cercare le informazioni e le carte sui conflitti nel Caucaso.
Quando sono iniziate le tensioni e gli scontri armati e qual è stato il loro sviluppo?
Cercare sui giornali e in altri mezzi di informazione, anche attraverso Internet, notizie aggiornate sulle fonti energetiche del Caspio e sui conflitti del Caucaso.

 
 


 

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