Manlio Dinucci
Zanichelli Editore |
|
|||||||||||
Gli uragani: disastri naturali e umani (ottobre 2004) modulo G: Impatto ambientale (Il sistema globale seconda edizione)
Una serie di uragani di forte intensità ha colpito, nel settembre 2004, le isole caraibiche, le coste della Florida sul Golfo del Messico e altre zone degli Stati Uniti.
"Uragano" è il nome dato al ciclone tropicale nell'Oceano Atlantico, mentre lo stesso fenomeno, nell'Oceano Pacifico e Indiano, è noto col nome di "tifone".
Si tratta del più potente tipo di perturbazione ciclonica. Essa si sviluppa negli oceani, quando la temperatura superficiale dell'acqua marina supera i 27° C, assumendo una forma quasi circolare con al centro una pressione atmosferica estremamente bassa.
I venti soffiano verso l'interno con moto a spirale e ad alta velocità (120-200 km/h o più), accompagnati da fortissime piogge che accrescono l'energia della perturbazione in seguito al rilascio di calore latente. Il diametro della perturbazione, che si sposta rapidamente, varia da 150 a 500 kilometri.
Quando l'uragano raggiunge la terraferma, il suo impatto è tremendamente distruttivo. Le coste vengono investite da onde di tempesta e maree altissime, provocate dal fatto che, essendo la pressione atmosferica molto bassa al centro del ciclone, il livello del mare si alza. Spinte dai forti venti, le onde penetrano all'interno della costa, colpendo zone che normalmente non sono raggiunte dalle maree.
Gli uragani (cui vengono dati nomi di persona per evitare confusione quando se ne verificano due o più contemporaneamente) sono classificati, negli Stati Uniti, nelle seguenti categorie in base alla loro intensità: 1 minima; 2 moderata; 3 forte; 4 estrema; 5 catastrofica.
L'uragano Ivan - formatosi, il 2 settembre 2004, a 890 km a sud-ovest delle Isole di Capo Verde - si è sviluppato fino alla categoria 5: la pressione, al centro dell'uragano, è scesa a 910 millibar, e i suoi venti, l'11 settembre, hanno raggiunto i 270 km/h.
Ha investito prima le isole caraibiche (soprattutto Grenada, Giamaica, Grand Cayman, Cuba), quindi l'Alabama, la Florida e gran parte degli Stati Uniti orientali.
Oltre che dagli uragani Frances, Ivan e Jeanne, gli Stati Uniti sono stati colpiti in settembre da un numero record di tornado - 247 rispetto a una media di 47 in questo mese è dovuto in parte alle perturbazioni associate agli uragani.
I tornado (o "trombe d'aria") sono intensi vortici ciclonici in cui l'aria si muove a spirale ad altissima velocità. Essi si presentano come scuri imbuti nuvolosi, che pendono al di sotto di densi cumulonembi e si spostano velocemente contorcendosi. Il loro diametro, al livello del suolo, è di 100-450 metri, e i loro venti - i più veloci fra tutti quelli delle perturbazioni - possono superare i 400 km/h.
Secondo alcuni studi di climatologia, l'intensificazione dell'effetto-serra - dovuta all'aumento della concentrazione di anidride carbonica e altri gas-serra nell'atmosfera in seguito alle attività umane - ha provocato, e sempre più provocherà, un aumento della temperatura media globale e una conseguente intensificazione dei fenomeni atmosferici estremi, tra cui gli uragani e i tifoni.
Le uniche misure efficaci, di fronte alla loro forza distruttiva, sono quelle preventive. La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti aveva previsto, il 10 agosto 2004, che, in seguito alla maggiore temperatura superficiale del mare nell'Atlantico tropicale, si sarebbero verificati uragani di forte intensità.
Il tempestivo allarme non ha però impedito che gli uragani provocassero decine di vittime e grandi distruzioni anche negli Stati Uniti. Ad essere colpite sono state soprattutto le persone più disagiate, che vivono in case di legno e roulotte.
Di gran lunga più distruttivi sono stati gli effetti degli uragani nelle isole caraibiche. Ad Haiti, l'uragano Jeanne ha provocato oltre 3.000 vittime e lasciato senzatetto circa 300.000 persone.
Questa tragedia è dovuta non tanto alla violenza dell'uragano, quanto alle disastrose condizioni sociali e ambientali di questo paese.
Ad Haiti, dove i due terzi degli 8 milioni di abitanti vivono di piccola agricoltura di sussistenza, l'80 per cento della popolazione si trova in povertà estrema. E' questa parte della popolazione che ha subito il maggior numero di vittime e i maggiori danni: le baracche e le case fatiscenti delle famiglie povere sono state le prime ad essere spazzate via dall'uragano.
Ad accrescere il disastro è stata la deforestazione, provocata dal taglio degli alberi per ricavarne legname e per far posto a piantagioni e dalla necessità della popolazione povera di procurarsi legna (oltre il 70% dell'energia usata nel paese proviene dal carbone di legna). In conseguenza di ciò, l'area forestale, che nel 1950 copriva il 25% della superficie del paese, si è ridotta all'1,4%.
Quando gli uragani colpiscono l'isola, le piogge provocano, sui terreni privi di alberi, torrenti di acqua a fango che travolgono tutto, trascinando spesso le vittime in mare.
Questo è avvenuto ad Haiti non solo quando l'isola è stata colpita dall'uragano Jeanne. Pochi mesi prima, nel maggio 2004, sono bastate leggere piogge a provocare un numero analogo di vittime, oltre 3.000, nella zona deforestata al confine tra Haiti e la Repubblica Dominicana.
Quello provocato dagli uragani non è dunque solo un disastro naturale, ma un disastro in gran parte provocato dai comportamenti umani, le cui conseguenze possono essere fortemente ridotte o evitate modificando tali comportamenti.
RICERCA
SU INTERNET
Per verificare la capacità di trovare i siti e
le specifiche informazioni in essi contenute, vengono proposte alcune ricerche,
indicate con il simbolo La redazione e l'autore sono interessati a conoscere
l'opinione di chi ha provato a svolgere queste attività e possono
essere contattati, via e-mail, per eventuali chiarimenti e proposte.
Nel sito del Tropical Prediction Center della NOAA statunitense, http://www.nhc.noaa.gov/, vengono date istruzioni sui pericoli derivanti dagli uragani e sul modo di proteggersi.
| |||||||||||
| |||||||||||
Manlio
Dinucci - Il sistema globale seconda edizione - Geografia del sistema globale:
http://www.zanichelli.it/materiali/dinucci
Pagine realizzate da Giuseppina Santoro |