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Jovanotti replica ai politici

Jovanotti: non usateci per salvarvi la coscienza

Dopo le critiche ricevute per aver rifiutato l'invito del ministro Jervolino a diventare "testimonial" della campagna contro l'ecstasy, Jovanotti spiega la sua posizione.

Caro direttore,

c'è un ragazzo che muore perché ha preso pasticche di ecstasy e il mondo dei media scopre che nelle notti italiane scorre un fiume di droghe sintetiche.

Lo scoprono i perbenisti e i benpensanti e si mostrano indignati, lo scoprono i politici e si mostrano interessati al fenomeno e cercano la soluzione più rapida per risolvere il problema, che non è il problema dell'ecstasy, ma il problema di come venirne fuori loro, di come lavarsi la coscienza e dimostrare alla popolazione dei genitori preoccupati che si sta facendo qualcosa; e allora quale migliore mezzo di una bella campagna fatta dai cantanti? Facile, rapida, visibile e indolore. Conviene a tutti, anche ai cantanti, ma prima di tutto ai promotori della campagna, al ministero. E l'ecstasy rimane, il fiume continua a scorrere e le droghe sintetiche continuano ad andare forte, e le auto con i piloti dai sensi alterati continuano ad andare forte e le cellule cerebrali si sgretolano in nome della fottuta febbre del sabato sera.

Questo è il mondo in cui ci hanno insegnato che c'è una pillola per ogni cosa, una per il mal di testa, una per dimagrire, una per il raffreddore, una per dormire, una per stare svegli, una per essere eroi, una per esistere e una per vincere la paura di vivere, per dimenticare, per farsi notare, per divertirsi in un fine settimana di una settimana di merda.

Viviamo in un'epoca tecnologica, sempre di più, e tutto si confronta con il progresso tecnologico. Anche le droghe tecnologiche, fredde, che non necessitano di lunghi viaggi clandestini in romantici e pericolosi doppifondi, si fanno in casa, con il kit del piccolo chimico, costano poco, niente rituale, apparentemente liberi dalla dipendenza, come bere un bicchiere d'acqua.

Questa è una questione enorme, è chiaro, il problema affonda le sue radici nel rapporto tra uomo e tecnologia, tra biologia e chimica, tra anima e corpo.

Chi è quel disgraziato che pensa che un cantante possa davvero fare qualcosa che non sia far fare bella figura al Consiglio dei ministri, far guadagnare qualche centinaio di milioni all'agenzia pubblicitaria appaltatrice e infine fare bella figura pure lui?

Io sono già un testimonial contro le droghe, chi viene ai miei concerti lo sa, e pure chi prende l'ecstasy lo sa, ma quello che faccio io non può aiutare chi è vittima di quelle circostanze che lo portano verso le droghe.

Smettetela di coinvolgere i personaggi dello spettacolo e della cultura per risolvere i vostri problemi di coscienza e di impotenza per ogni questione, e cominciate a far veramente qualcosa di utile: investite nelle politiche sociali giovanili, facilitate l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, migliorate il sistema scolastico per preparare gli studenti a non essere vittime del progresso tecnologico ma a essere consapevoli e protagonisti; investite risorse economiche nella cultura, che è anche divertimento in spazi per la musica e per l'incontro.

Dimostrate un reale interesse per il futuro di questo nostro Paese e non solo per garantire i privilegi delle grandi famiglie e delle lobby economiche e vedrete che ci sarà meno bisogno di droghe sintetiche e non.

Io continuerò a dire la mia, come ho sempre fatto, contro le droghe, contro la cultura della pasticca per ogni cosa, a favore di un miglior equilibrio tra uomo e tecnologia, ma per piacere non usatemi per mettervi a posto la coscienza.

Il gioco dei buoni e dei cattivi mi ha sempre fatto ridere.

Lorenzo Jovanotti

 

"Corriere della Sera", 14 novembre 1999

 

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