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 Che cos’è la certificazione delle competenze OLD

Che cosa sono le competenze

COMPETENZA: comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale.

(European Qualifications Framework – Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli).

Le competenze si distinguono dalle conoscenze e dalle abilità perché presuppongono autonomia e responsabilità: chi impara per competenze coniuga conoscenze ed esperienze, integra il pensiero con l’azione, mobilita le competenze che precedentemente aveva sviluppato, si ingegna a costruire il proprio sapere; ma soprattutto impara a scegliere e a decidere, assumendosi la responsabilità e accettando le conseguenze che derivano dalle sue scelte. La competenza si apprende anche per errori e per approssimazioni, riflettendo sull’errore per superarlo, pilotando l’efficacia e la direzione del proprio agire.

La competenza linguistica è un buon esempio: il bambino impara a parlare parlando, non impara prima le parole e le regole grammaticali e poi le mette in pratica. Impara sbagliando: l’errore è un potente motore riflessivo.

In sintesi, la competenza si apprende in situazione e dall’esperienza. È un agire riflessivo che si fonda sui saperi e sulle conoscenze che l’allievo non solo ha appreso passivamente, ma di cui ha fatto esperienza reale, concreta, vissuta. Così l’allievo riconosce e affina lo scopo del suo agire, costruisce il senso del suo essere nel mondo.

Nel 2006 il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa hanno stabilito, per tutti i Paesi dell’Unione, che le competenze devono essere il punto di riferimento per valutare e certificare i profili di professionalità e per organizzare i curricoli dei sistemi scolastici e formativi.

Le competenze nelle Indicazioni nazionali

In Italia le competenze diventano obiettivi imprescindibili nel sistema scolastico con Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola per l’infanzia e del primo ciclo di istruzione (4 settembre 2012): da questo momento infatti sono chiamate a dare forma ai traguardi formativi da conseguire al termine dei diversi gradi dell’istruzione primaria.

Le Indicazioni nazionali portano in primo piano una nuova cultura didattica, dove la scuola non è più il principale agente educativo. Cambiano molte cose.

Si passa:

  • da conoscenze astratte a conoscenze contestualizzate
  • dal sapere teorico e ripetuto al sapere applicato e generativo (competenze)
  • dalla didattica disciplinare all’interdisciplinarietà
  • dalla focalizzazione sui contenuti alla centralità del soggetto che apprende
  • dalla scuola chiusa dentro le sue aule a una scuola aperta alla realtà
  • dai tradizionali modi di apprendere (per ascolto, memorizzazione, ripetizione) a un apprendimento per partecipazione, collaborazione, costruzione
  • da una didattica standardizzata a una personalizzata (ogni studente ha “bisogni educativi speciali”).

Questa nuova cultura didattica fa emergere nuovi concetti come:

  • l’apprendimento significativo (versus memorizzazione)
  • la didattica attiva (vs trasmissiva)
  • le risorse per l’apprendimento distribuite nella comunità (vs risorse presenti nel libri di testo e nell’insegnante)
  • l’esperienza degli studenti come risorsa per l’apprendimento (vs conoscenze degli insegnanti come risorsa principale).

Per la scuola si delineano nuovi obiettivi quali:

  • la costruzione di significato delle esperienze vissute
  • la costruzione di un’identità consapevole e aperta
  • la capacità di imparare a imparare
  • la capacità di monitorare e riflettere
  • l’abilità di pensiero autonomo, critico e plurale
  • l’autonomia, la responsabilità, lo spirito di iniziativa.

Le strategie d’insegnamento e apprendimento si arricchiscono di nuovi approcci come:

  • la sperimentazione (apprendimento per esplorazione e scoperta)
  • la costruzione (learning by doing, compiti autentici)
  • la narrazione (storytelling, apprendimento basato su casi)
  • la ricerca (didattica basata su progetti, anche di comunità)
  • la riflessione (reflective learning).

Il nuovo contesto didattico richiede l’utilizzo di strategie di insegnamento che perseguano apprendimenti significativi attraverso una didattica learner-centred, con gli studenti costruttori attivi di conoscenza in un processo che li impegna cognitivamente e relazionalmente.

Le Linee guida per la certificazione delle competenze

Le Indicazioni nazionali del 2012 introducono il concetto di certificazione delle competenze, ma le caratteristiche della certificazione di definiscono solo con la Circolare Ministeriale n. 3 del 13 febbraio 2015, in particolare con le Linee guida che l’accompagnano. Eccole elencate qui sotto.

  • La maturazione delle competenze è la finalità essenziale di tutto il curricolo.
  • Le competenze da certificare sono quelle contenute nel Profilo dello studente.
  • Le competenze devono essere promosse, rilevate e valutate in base ai traguardi di sviluppo disciplinari e trasversali riportati nelle Indicazioni; questi traguardi – prescrittivi – sono il punto di partenza per la progettazione delle attività didattiche.
  • Le competenze sono un costrutto complesso: di conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni, potenzialità e attitudini personali.
  • Le competenze devono essere oggetto di osservazione, documentazione e valutazione, ma la lor valutazione non può essere fatta con gli strumenti con cui si valutano le conoscenze.
  • La valutazione si sviluppa lungo tutto il processo didattico e implica la raccolta di documentazione “in corso d’opera”.
La scheda per la certificazione delle competenze

Ci sono tre modelli di scheda per la certificazione delle competenze:

  1. uno da compilare a completamento della scuola primaria, alla fine della 5° classe della scuola primaria
  2. uno a completamento del primo ciclo di istruzione, alla fine della 3° classe della scuola secondaria di primo grado
  3. uno a completamento dell'obbligo scolastico, alla fine della 2° classe della scuola secondaria di secondo grado (vd. sezione SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO).

A 14 anni l’obbligo di istruzione non è completato, quindi la scheda 2 non è una “patente” con valore legale; il suo significato è formativo-orientativo-proattivo: rende conto di competenze che stanno maturando. Questo significato si esplicita nell’ultima voce del documento, dove il consiglio di classe dà un suggerimento orientativo su come proseguire gli studi, «espresso tenendo conto di quanto osservato rispetto alle caratteristiche degli alunni manifestate nelle diverse situazioni e contesti d’azione che i compiti significativi e i percorsi di apprendimento avranno permesso di rilevare».

Nell’anno scolastico 2014/2015 sono state promosse iniziative sperimentali e volontarie per la validazione del modello di scheda; nel 2015/2016 la circolare riconferma l’impegno delle scuole già aderenti al programma sperimentale ed estende l’adozione delle nuove modalità certificative ad altre istituzioni scolastiche. Nel 2016/2017 l’adozione del modello diventerà obbligatoria.

La certificazione non va intesa «come semplice trasposizione degli esiti degli apprendimenti disciplinari, ma come valutazione complessiva in ordine alla capacità degli allievi di utilizzare i saperi acquisiti per affrontare compiti e problemi, complessi e nuovi, reali o simulati».
Questa capacità è, appunto, la competenza. «I singoli contenuti di apprendimento sono i mattoni con cui si costruisce la competenza personale. Non ci si può quindi accontentare di accumulare conoscenze, ma occorre trovare il modo di stabilire relazioni tra esse e con il mondo al fine di elaborare soluzioni ai problemi che la vita reale pone quotidianamente».
La certificazione delle competenze non sostituisce la valutazione disciplinare, ma la accompagna e la integra.