Come si interpretano le norme giuridiche
L’interpretazione è l’attività volta a capire se un determinato fatto rientri in una determinata fattispecie oppure no.
Per condurre questa operazione si debbono seguire due criteri:
• il criterio letterale ci porta a capire il significato delle parole e del testo nel suo insieme;
• il criterio logico che ci porta a capire qual è la funzione di quella certa norma nell’ordinamento.
In funzione dei soggetti che interpretano la norma, possiamo avere una interpretazione giudiziale,, dottrinale o autentica.
• Interpretazione giudiziale o giurisprudenziale, è chiamata quella operata correntemente da ciascun giudice che si trovi a decidere una controversia. Essa è vincolante per le parti in causa.
• Interpretazione dottrinale è chiamata quella proposta dagli studiosi del diritto. Essa fonda la propria autorevolezza sul prestigio di chi l’ha elaborata, ma non è vincolante per alcuno.
• Interpretazione autentica è quella fornita direttamente dal legislatore per precisare le sue stesse espressioni.
L’interpretazione, da chiunque operata, può risultare:
• restrittiva se restringe l’ambito di applicazione della norma (nel caso dell’art. 575 c.p. sarebbe restrittiva l’interpretazione che ritenesse punibile solo l’omicidio di persone di sesso maschile);
• estensiva se lo amplia
Quando un conflitto di interessi non è regolato da alcuna norma, il giudice investito della questione può fare ricorso alla interpretazione analogica.