Forum A – Unità A3
Il Territorio e il Popolo
► Riepiloghi
Il territorio è lo spazio, delimitato da confini, all’interno del quale lo Stato esercita il proprio potere sovrano.
Il territorio dello Stato comprende:
- la terraferma;
- le acque territoriali (se si tratta di uno Stato rivierasco);
- lo spazio aereo sovrastante la terraferma e le acque territoriali;
- il sottosuolo, sia terrestre che marino.
Le acque territoriali sono costituite da una fascia di mare, solitamente non più ampia di dodici miglia, sulla quale si estende la sovranità dello Stato.
Anche lo spazio aereo che sovrasta il suolo e le acque territoriali è soggetto alla sovranità dello Stato. Questa, tuttavia si arresta al limite dell’atmosfera cosicché i satelliti possono orbitare liberamente intorno al globo.
Secondo la Convenzione di Cicago del 1944 gli Stati firmatari consentono il sorvolo inoffensivo di aerei stranieri entro le rotte indicate dallo Stato sorvolato.
Il sottosuolo è soggetto alla sovranità dello Stato solo fin dove arriva la concreta possibilità di sfruttamento.
Le navi e gli aerei costituiscono il cosiddetto territorio flottante dello Stato.
Il popolo di uno Stato è composto dall’insieme dei suoi cittadini, cioè da quelle persone a cui la legge attribuisce la cittadinanza.
La cittadinanza giuridicamente è uno status, cioè una posizione che comporta l’attribuzione di una complessa serie di diritti e di obblighi che solo in parte possono estendersi agli stranieri e agli apolidi.
Stranieri sono i cittadini di altri Stati.
Apolidi sono le persone che si trovano prive di ogni cittadinanza.
In linea generale gli ordinamenti prevedono che la cittadinanza possa acquisirsi:
- per discendenza (un tempo si diceva enfaticamente iure sanguinis, cioè per diritto di sangue);
- per diritto di suolo (iure soli); in base a questo secondo criterio diventa cittadino di uno Stato chi nasce sul territorio di quello Stato, indipendentemente dal tipo di cittadinanza posseduta dai propri genitori.
Etnia è un termine che viene dal greco éthnos, che significa popolo. E le etnie sono gruppi sociali di antica formazione (popoli) i cui componenti hanno sviluppato e conservato fattori culturali comuni, come la lingua, la religione, le tradizioni, la memoria storica.
Oggi all’interno degli Stati convivono generalmente più etnie. E sebbene alcune di esse conservino ancora evidenti tratti dei caratteri originari, nella maggior parte dei casi si è sviluppato un processo di fusione e di amalgamazione che ha prodotto il superamento delle antiche distinzioni.
All’appartenenza etnica si è così sostituito il senso si appartenenza a un gruppo più vasto che coincide con il popolo dello Stato e che chiamiamo nazione.
Nazione (dal latino natus che significa nato) indica un popolo che, superando le antiche divisioni etniche, ha saputo trovare una propria unità sviluppando, nel tempo, un patrimonio culturale comune.
Nell’Italia risorgimentale ebbe un ruolo determinante la convinzione che tutto il popolo della penisola appartenesse a un’unica nazione e che dovesse battersi per la propria indipendenza.
L’estradizione è un istituto per il quale lo straniero, imputato di un reato o sfuggito all’esecuzione della pena, viene consegnato alle autorità del Paese di provenienza su domanda di queste.
La domanda di estradizione, dispone la nostra Costituzione, non può essere accolta dalle autorità italiane se lo straniero è imputato di reati politici.
Sono politici i reati commessi al fine di lottare contro un regime autoritario per affermare i valori di libertà e di democrazia che in Italia sono riconosciuti come fondamentali dalla Costituzione.
Per il reato di genocidio è consentita l’estradizione in considerazione della sua ripugnanza, anche se commesso per pretese motivazioni politiche (l. cost. 21 giugno 1967, n. 1).