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 Forme e aspetti della creatività

[Esistono] diverse forme e aspetti della creatività.

1. I creativi, anzitutto, sono attratti dalla soluzione di problemi fino a quel momento insoluti, non sempre appartenenti al loro campo d’azione. La scoperta della doppia elica del Dna da parte di James Watson e Francis Crick o la soluzione del teorema di Fermat sono esempi di sfide risolte. Nel suo libro La doppia elica Watson racconta: «Passavo la maggior parte del tempo a camminare per le strade o a leggere articoli di riviste sui primi passi della genetica. A volte sognavo di scoprire il mistero del gene, ma non avevo mai il minimo barlume di un’idea originale. Per cui, non riuscivo a liberarmi dal pensiero inquietante che non avevo combinando un bel niente». Ma l’incontro, a una conferenza, con Maurice Wilkins, uno scienziato che studiava con i raggi X la struttura delle molecole cristallizza, rappresenta l’esperienza catalizzante cosicché, come continua a ricordare nel suo libro, «improvvisamente mi sentii preso da un vivissimo interesse per la chimica. Prima di quella relazione ero sempre stato ossessionato dall’idea che il gene fosse estremamente irregolare. Ma ora sapevo che si può cristallizzare: doveva perciò avere una struttura regolare, che si poteva risolvere in maniera diretta. Immediatamente cominciai a chiedermi come avrei potuto unirmi a Wilkins per lavorare insieme sul Dna». Watson non aveva competenze specifiche nel campo degli acidi nucleici ma era attratto dalla sfida, dal desiderio di penetrare nei meccanismi del codice della vita: e insieme a Crick, quasi senza compiere esperimenti empirici ma mettendo insieme le tessere raccolte da una vasta rete di ricercatori, dal grande Linus Pauling a Lawrence Bragg, Maurice Wilkins, Dorothy Crawford, Rosy Franklin, Max Perutz, John Kendrew e altri, arrivò a visualizzare un modello tridimensionale del Dna, la famosa doppia elica, che poteva essere alla portata degli addetti ai lavori ma che venne invece delineato da due outsider. Molto spesso, infatti, soprattutto quando il problema è nuovo e complesso, come nel caso della struttura della doppia elica, vengono rigettate le soluzioni più semplici. «Così imparai che il successo di Pauling [premio Nobel per la chimica nel 1954, intravide la possibilità che alcune proteine avessero una struttura a elica] era basato sul buon senso, e non su complicate elucubrazioni matematiche. Ogni tanto nei suoi ragionamenti si infilava qualche equazione, ma in genere bastavano le parole [ … ] Anziché carta e matita, i principali strumenti di lavoro di Linus erano stati una serie di modelli molecolari, molto simili ai giocattoli dei bambini dell’asilo».
Spesso, dunque, si tratta di svincolarsi da una rappresentazione convenzionale e questa è una capacità che caratterizza molti creativi.

2. Altri creativi sono più attratti dall’elaborazione di teorie. Questa è una forma di creatività ad alto livello in quanto implica la connessione di un insieme di concetti che, partendo da dati già esistenti, vengono organizzati in modo nuovo, individuando nuove direttrici. Il lavoro di Darwin, Einstein e Freud è in tal senso indicativo. Freud elaborò un concetto, quello di inconscio, muovendo da una serie di presupposti attinti dalle acquisizioni già effettuate in ambito fisiologico e filosofico. L’esistenza di attività nervose inconsce era stata appurata nei primi decenni dell’Ottocento, quando le crescenti conoscenze sui riflessi spinali indussero gli studiosi del sistema nervoso a domandarsi quale fosse la linea di separazione tra la mente e la coscienza. Wilhelm Griesinger, il cui trattato sulle malattie mentali venne letto e annotato da Freud, scriveva ad esempio che «un’attività costante regna in questa sfera immersa nelle tenebre o nel crepuscolo, sfera molto più grande e caratteristica per l’individualità del numero relativamente esiguo di idee veicolate allo stato di coscienza». Inconscio poteva anche essere sia il comportamento di un singolo individuo sia quello delle folle. Gustave Le Bon sosteneva che «l’azione inconscia delle folle che si sostituisce all’attività cosciente degli individui rappresenta uno dei tratti caratteristici dell’epoca attuale». In sostanza, almeno per quanto riguarda l’inconscio, il pensiero di Freud affondava le sue radici in una vasta cultura psicologica, psichiatrica, neurofisiologica e sociologica ma, come avviene in altri campi del sapere, egli elaborò una vasta teoria che raccolse un interesse ben superiore a quello ottenuto singolarmente dai suoi predecessori.

3. Alcune produzioni creative sono simboliche e permanenti in quanto destinate a durare nel tempo, come un’opera d’arte o una composizione musicale; in altri casi, invece, l’opera creativa è momentanea, come può esserlo la danza di un ballerino: per quanto vincolata a una coreografia, questa risponde allo stile di chi la esegue, ha elementi che possono essere annotati e ripresi ma il suo impatto è necessariamente più circoscritto in quanto è limitato ai suoi fruitori. È chiaro che queste forme di creatività basate su una comunicazione diretta e di breve durata, pur essendo apprezzate, sono state valutate in minor misura rispetto a quelle durature, almeno sino a quando non è stato possibile registrarle e diffonderle a un pubblico più vasto: malgrado questa possibilità, i passi di un ballerino o le sequenze di un acrobata variano di volta in volta e mantengono quindi una natura più effimera di quanto non sia quella delle forme d’arte più tradizionali e permanenti come l’opera di un musicista, di un pittore, di uno scultore. Questo aspetto fa sì che le forme di creatività permanente continuino a essere al centro degli studi, malgrado esse non rappresentino che una minima parte dei comportamenti creativi.

4. Un ultimo tipo di creatività è quella connessa a prestazioni che comportano una sfida pubblica, una serie di azioni che possono essere solo in parte programmate in anticipo in quanto dipendono in gran parte dalle risposte degli altri. Un politico che arringa una folla e ne percepisce gli umori, un militare che si confronta sul campo, un calciatore nel corso di una partita, un conduttore o un partecipante a un dibattito televisivo sono esempi di sfida creativa.

Ovviamente, ognuna di queste forme di creatività si esplica in maggior misura in specifici campi e discipline: ci si aspetta per esempio che gli scienziati siano più coinvolti nella soluzione di problemi o nella elaborazione di teorie; che scrittori, pittori, compositori e inventori creino opere simboliche e permanenti; che ballerini e attori mettano in campo una creatività momentanea che risponde alloro stile e che i politici e i leader siano impegnati nelle sfide.

Tratto da: A. Oliverio Ferraris Come nasce un’idea, Rizzoli, 2006