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  Le conseguenze della Brexit sulla composizione delle istituzioni europee

Il 31 gennaio 2020, a seguito di un percorso lungo e faticoso iniziato con il referendum del 23 giugno 2016, il Regno Unito ha ufficialmente lasciato l’Unione Europea secondo quanto stabilito nell’accordo di recesso.
Dal 1° febbraio inizia a decorrere un periodo di transizione che consentirà sino al 31 dicembre 2020 il tempo necessario per avviare i colloqui sulle relazioni future su diversi temi: il commercio, la pesca, i servizi finanziari, la libertà di movimento, e molti altri.
Durante questo periodo il Regno Unito avrà ancora accesso al mercato unico e sarà sottoposto alla legislazione europea ma non parteciperà al processo decisionale.
Dal 1° febbraio, infatti, il Regno Unito non è più rappresentato in Parlamento e i suoi 73 eurodeputati hanno dovuto abbandonare il loro posto.

Come è cambiata la composizione del Parlamento europeo?

Dopo l’uscita formale del Regno Unito dall’UE, i deputati europei e il Consiglio hanno concordato di ridurre i seggi del Parlamento da 751 a 705.
La decisione prevede che, dei 73 seggi del Regno Unito, 27 vengano redistribuiti agli altri paesi e i restanti 46 seggi siano messi in riserva per eventuali futuri allargamenti dell’Unione.
Ogni Stato membro ha un numero fisso di deputati al Parlamento europeo che varia da sei per Malta, Lussemburgo e Cipro fino a 96 per la Germania, per un totale di 705 deputati.
La ripartizione dei seggi avviene secondo il principio di proporzionalità regressiva: e cioè, se da una parte i paesi con una popolazione maggiore avranno più deputati di quelli con una popolazione minore, il numero di cittadini rappresentati da un eletto è maggiore per i paesi più grandi.
Questo principio serve ad assicurare che i paesi con meno abitanti abbiano comunque una presenza forte all’interno del Parlamento.

Varieranno anche le composizioni delle altre istituzioni?

Per quanto riguarda la Commissione Europea, eletta dal Parlamento il 27 novembre 2019, è composta da 27 commissari (uno per ciascuno Stato membro) sotto la direzione del presidente Ursula von der Leyen.
La Brexit avrà un impatto anche sulla composizione della Corte di Giustizia europea e del Tribunale. Il numero dei giudici, fissato a uno per Stato membro per la Corte di Giustizia e due per il Tribunale, è quindi ridotto dal 1° febbraio 2020.
Il recesso non incide sul numero degli Avvocati generali della Corte di Giustizia che rimarrà fermo a undici, ma la britannica Eleanor Sharpston rimarrà in carica fino a quando il suo successore non avrà assunto le funzioni.

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Monti-Faenza, Res publica 4ed, pp. 339
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed, vol. 3, pp. 420-426
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 2, pp. 384-394

 

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