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  Migliorare la qualità dell’acqua e ridurre i rifiuti di plastica: nuova direttiva UE

Il 16 dicembre 2020 il Parlamento europeo ha adottato una nuova direttiva sull’acqua potabile al fine di garantire a tutti i cittadini europei un accesso più sicuro all’acqua.
La nuova direttiva è stata proposta dalla Commissione nel 2018 in risposta all’iniziativa dei cittadini europei  (argomento che avevamo già trattato in un precedente articolo) “Right2Water“, firmata da un milione e ottocentomila europei.

La direttiva si pone l’obiettivo di combattere l’inquinamento e creare un ambiente privo di sostanze tossiche.
Questi obiettivi, oltre ad essere parte del Green Deal europeo (su cui ci siamo soffermati in un numero precedente), sono anche ricompresi tra gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, che è un programma d’azione che i governi dei 193 Paesi membri dell’ONU hanno studiato per le persone, il pianeta e il benessere economico.
Infatti, l’obiettivo 6 dell’Agenda ha come finalità di garantire a tutti la disponibilità̀ e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.
In particolare, l’agenda si prefigge di ottenere entro il 2030 l’accesso universale ed equo all’acqua potabile che sia sicura ed economica per tutti e di migliorare la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose.

Cosa prevede la direttiva?

Lo scopo della direttiva è aumentare la fiducia dei consumatori nell’acqua potabile proveniente dal rubinetto, diminuendo l’uso di acqua in bottiglie di plastica e il loro relativo inquinamento.
Se la fiducia nell’acqua del rubinetto migliora, i cittadini possono anche contribuire a ridurre i rifiuti di plastica dell’acqua in bottiglia, il che ridurrebbe anche i rifiuti marini. Le bottiglie di plastica sono uno degli articoli di plastica monouso più comuni che si trovano sulle spiagge europee.
Inoltre, secondo la Commissione europea, un minore consumo di acqua in bottiglia potrebbe aiutare le famiglie dell’UE a risparmiare più di 600 milioni di euro all’anno.

La direttiva contiene disposizioni che:

  • assicurano le norme qualitative dell’acqua potabile più elevate al mondo;
  • controllano l’acqua del rubinetto, le fonti di acqua potabile e i sistemi di distribuzione, per ridurre al minimo i rischi dovuti alle conseguenze nocive dell’inquinamento sulla salute umana e sulle risorse idriche;
  • affrontano il problema degli inquinanti emergenti, come le microplastiche, gli interferenti endocrini e i nuovi tipi di sostanze chimiche;
  • obbligano gli Stati membri a migliorare o mantenere l’accesso ad acqua potabile sicura per tutti, con una particolare attenzione per i gruppi vulnerabili ed emarginati;
  • garantiscono un migliore accesso dei cittadini alle informazioni relative ai fornitori di acqua (la qualità e l’approvvigionamento di acqua potabile nella zona in cui vivono);
  • prevedono l’inclusione di requisiti igienici dettagliati per i materiali a contatto con l’acqua potabile.

 

La direttiva entrerà in vigore 12 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Entro due anni dalla sua entrata in vigore, gli Stati membri apporteranno le modifiche necessarie agli ordinamenti nazionali per conformarsi alla direttiva.

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Monti-Faenza, Res publica 4ed, pp. 445-451
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 2, pp. 312-318
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed, vol. 3, pp. 376 – 384

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