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Legenda

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Aggiornamenti importanti che integrano il libro di testo
Dati, notizie e casi interessanti per fare lezione con l'attualità

  La crisi di governo vista da vicino

Parte prima

In questa prima parte mettiamo a fuoco alcuni concetti chiave, da inserire nella nostra “cassetta degli attrezzi”.
Chi si sente già padrone di queste definizioni può direttamente passare alla seconda parte.

1. Rapporto di fiducia. In una forma di Governo parlamentare, il Governo rimane in carica se e solo fin quando gode della fiducia del Parlamento. Il rapporto di fiducia viene instaurato con un atto di origine Parlamentare: la mozione di fiducia. Dopo di che però, si tratta di una relazione continua. Non basta cioè che il Parlamento accordi al Governo la fiducia una volta per tutte, ma è necessario che questa sia continuamente presente. Per controllare che il rapporto di fiducia continui ad esistere ci sono due strumenti: la mozione di sfiducia (con cui è il Parlamento che si attiva per la verifica) e la questione di fiducia (con cui invece è il Governo stesso a provocare il controllo). Quando attraverso questi strumenti si scopre che la fiducia è venuta meno il Governo, non più sorretto dal fluido che lo teneva insieme al Parlamento, cade (e si deve dimettere).

2) Crisi di Governo. È la situazione determinata dalle dimissioni di un Governo. Le dimissioni del Governo possono avvenire volontariamente (è la crisi di Governo extra-parlamentare determinata dalle dimissioni volontarie del Presidente del Consiglio) o possono essere la conseguenza di un obbligo giuridico (è la crisi di Governo parlamentare: determinata da due atti tipici – la mozione di sfiducia e la questione di fiducia – che segnano il venir meno del rapporto fiduciario tra Parlamento e Governo).

3) Questione di fiducia. È un atto con cui il Governo dichiara che dall’esito di una certa votazione parlamentare dipenderà la sua permanenza in carica. Con la questione di fiducia, in altre parole, il Governo lega il proprio destino al risultato di un voto su un atto che impegni la responsabilità politica del Governo (un disegno di legge, una mozione, una risoluzione ecc.).

4) Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in Parlamento. Sono dichiarazioni che il Presidente del Consiglio rende in Assemblea o nelle commissioni parlamentari per informare il Parlamento di un fatto o per presentare la propria posizione su un fatto. L’istituto viene tradizionalmente ricondotto all’ultimo comma dell’art. 64 Cost., per il quale i membri del governo devono essere sentiti ogni volta che lo richiedono. Dopo aver sentito le comunicazioni del Presidente, il Parlamento (a differenza di altri istituti ad esempio le informative urgenti) può proporre atti di indirizzo, come la risoluzione parlamentare, con cui esprime la propria posizione sulle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio.

5) Risoluzione parlamentare. È un atto d’indirizzo con cui il Parlamento può chiudere un dibattito, fissando l’indirizzo del Parlamento sui più vari argomenti. La risoluzione è ad esempio l’atto con cui possono concludersi, in Assemblea, i dibattiti aperti dalle comunicazioni del Presidente del Consiglio.

6) Mandato esplorativo. È il mandato con cui il Presidente della Repubblica conferisce ad un soggetto il compito di verificare le possibilità di creare un Governo capace di ottenere la fiducia delle Camere. Il conferimento del mandato esplorativo si rende necessario quando le consultazioni presidenziali non hanno dato indicazioni significative. Si tratta di un’esplorazione supplementare che, per dialogo politico che richiede di instaurare è bene che non sia svolta in prima persona dal Presidente della Repubblica. Il mandato esplorativo è conferito, per prassi, ad un soggetto istituzionale, di solito ad uno dei Presidenti delle Camere.

7) Pre-incarico. Molto diverso dal mandato esplorativo è il pre-incarico. Attraverso il pre-incarico il Presidente della Repubblica affida ad un soggetto il compito di verificare la possibilità di formare un proprio Governo. Infatti il pre-incarico, diversamente dal mandato esplorativo, è affidato a persone che si pensa possano successivamente assumere il ruolo di Presidente del Consiglio.

Parte seconda

Ora che abbiamo raccolto gli strumenti necessari, analizziamo le fasi della crisi dall’inizio fino ad ora.

Il 13 gennaio il leader di Italia Viva ha annunciato le dimissioni di tre componenti del Governo, appartenenti al proprio partito. Italia Viva (IV) è un partito politico italiano fondato il 18 settembre 2019 da Matteo Renzi, ex Presidente del Consiglio dei Ministri ed ex segretario nazionale del Partito Democratico. Oggi a Italia Viva fanno riferimento due gruppi parlamentari: uno alla Camera dei Deputati (di cui fanno parte 29 Deputati) e uno al Senato della Repubblica (insieme al Partito Socialista Italiano – di cui fanno parte 18 Senatori). Fino al 13 Gennaio a Italia Viva facevano riferimento anche tre membri del Governo: Teresa Bellanova (Senatrice e fino a quel giorno Ministro delle politiche agricole), Elena Bonetti (fino a quel giorno Ministro per le politiche per la famiglia) e Ivan Scalfarotto (Deputato e fino a quel giorno Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale). Il 13 Gennaio però, il leader di Italia Viva ha annunciato in conferenza stampa le loro dimissioni dagli incarichi di Governo.

I Ministri dimessi sono stati sostituiti, ma le dimissioni hanno messo in seria difficoltà la sopravvivenza del Governo.
I Ministri dimissionari sono stati sostituiti e il Governo ha proseguito la sua attività, eppure le dimissioni però hanno dato un duro colpo alla sua sopravvivenza. Vediamo perché.

  •  Il Governo Conte-bis (il secondo Governo di cui Giuseppe Conte è stato Presidente del Consiglio) è nato il 5 settembre 2019.
    La maggioranza parlamentare che ha accordato la fiducia al Governo Conte-bis era fondata soprattutto sull’appoggio di tre partiti: M5S, PD e LeU. Pochi giorni dopo la formazione del Governo Conte-bis però, Matteo Renzi (Senatore eletto nelle liste del Partito Democratico) è uscito dal gruppo parlamentare del PD al Senato (a cui aveva fatto parte fino a quel giorno) e ha formato un nuovo gruppo parlamentare (Italia Viva) alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica. In questo gruppo sono confluiti quasi 50 tra Deputati e Senatori, quasi tutti provenienti dal gruppo del Partito Democratico.
    A seguito di questa separazione si è creata questa situazione: la stessa maggioranza (e grossomodo gli stessi parlamentari) che aveva dato la fiducia al Governo Conte-bis organizzata in 3 gruppi parlamentari (M5S, PD e LeU) dal 18 settembre 2019 ha continuato a sostenere il Governo, ma organizzata in 4 gruppi (M5S, PD, IV, LeU).
    Quando il 13 Gennaio 2021 il leader di Italia Viva ha annunciato in conferenza stampa la decisione delle due Ministre e del Sottosegretario di dimettersi dagli incarichi di governo, implicitamente stava esprimendo la revoca del sostegno al Governo da parte del gruppo parlamentare di Italia Viva. La maggioranza di governo ne è uscita fortemente indebolita: senza il sostegno del gruppo di Italia Viva infatti, il Governo aveva perso il sostengo di uno dei 4 gruppi parlamentari (quasi 50 parlamentari) su cui si reggeva la maggioranza che lo sosteneva, rischiando di non avere la maggioranza dei parlamentari al Senato e di averla solo per un pugno di voti alla Camera.

 

  • Il Governo, percependo la propria debolezza, si è attivato per verificare la sopravvivenza del rapporto di fiducia. Il 18 gennaio il Presidente del Consiglio dei Ministri si è recato alla Camera dei Deputati per rendere delle comunicazioni con cui ha spiegato alla Camera dei Deputati la propria posizione in merito alle dimissione dei tre componenti di Italia Viva (guarda il video delle Comunicazioni del Presidente Conte alla Camera dei Deputati). Su queste comunicazioni è stata proposta una risoluzione (con cui si è chiesto al Parlamento di approvare la posizione del Presidente del Consiglio). Sull’approvazione di questa risoluzione il Presidente del Consiglio ha posto la questione di fiducia. La questione di fiducia è stata approvata. Il 18 gennaio la Camera dei Deputati ha accordato la fiducia al Governo con 321 voti favorevoli.
    Il giorno seguente la stessa dinamica è stata replicata al Senato della Repubblica (guarda il video delle
    Comunicazioni del Presidente Conte al Senato). Su queste comunicazioni è stata proposta una risoluzione su cui il Presidente del Consiglio ha posto la questione di fiducia. Anche questa questione di fiducia è stata approvata. Il 19 gennaio il Senato ha accordato la fiducia al Governo con 156 voti favorevoli.

 

  • Il Governo ha ottenuto la fiducia di entrambe le Camere: il rapporto di fiducia non è venuto meno. Ma, soprattutto al Senato, si tratta di una maggioranza fortemente indebolita.Per questo il 26 gennaio si è aperta una crisi di governo extraparlamentare.Il giorno prima (il 25 gennaio) il Presidente del Consiglio Conte ha convocato una riunione del Consiglio dei Ministri. Sul sito del Governo, dove è stata data comunicazione della convocazione, si poteva già leggere la motivazione. L’annuncio infatti aggiungeva che “il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, comunicherà ai ministri la volontà di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni. A seguire, il Presidente Conte si recherà dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”.
    Nonostante la fiducia ottenuta la settimana prima dunque, l’indebolimento della maggioranza di governo ha finito per convincere il Presidente del Consiglio a dimettersi. Il giorno successivo infatti Giuseppe Conte si è recato da Sergio Mattarella (“è salito al colle”) per presentare le proprie dimissioni. Le dimissioni di Conte hanno provocato la crisi di governo: nel nostro sistema infatti il Presidente è l’unico organo del Governo le cui dimissioni comportano automaticamente le dimissioni dell’intero Governo (diversamente, quando a dimettersi è un Ministro, il Governo rimane in carica, e il Ministro dimissionario, come abbiamo visto, viene sostituito).

 

  • A questo punto è sorta la necessità di formare un nuovo Governo.
    Secondo la tradizione, per individuare il nome della persona a cui affidare l’incarico di formare il Governo, il Presidente della Repubblica consulta le forze politiche, nelle persone dei presidenti dei gruppi parlamentari e dei leader di partito, nonché alcune cariche istituzionali (gli ex Presidenti della Repubblica e i Presidenti di Camera e Senato). Si tratta delle consultazioni presidenziali.
    Il 27 gennaio il Presidente Mattarella ha cominciato le consultazioni per formare un nuovo Governo, sentendotelefonicamente il Presidente Emerito della Repubblica, Senatore Giorgio Napolitano e, nel pomeriggio, ha ricevuto il Presidente del Senato e il Presidente della Camera. Il giorno dopo sono iniziate le consultazioni dei gruppi parlamentari che, tradizionalmente vengono svolte secondo un ordine crescente in base alla “grandezza del gruppo”. Puoi vedere il programma delle consultazioni a questo link.

 

  • Le consultazioni non hanno dato indicazioni precise: per questo, il Presidente Mattarella ha deciso di conferire un mandato esplorativo al Presidente della Camera. Lo scopo era di verificare la possibilità di una maggioranza parlamentare a partire dai gruppi che sostenevano il precedente governo, quindi Pd, M5s, Italia viva e Leu.

 

 

Attività
La crisi di governo vista da vicino

Dividetevi in quattro gruppi.
Lavorando in modo cooperativo, ciascun gruppo prepara una presentazione in Power Point sul tema che gli è affidato, consultando l’articolo e il libro di testo:

  • Gruppo 1 – Il rapporto di fiducia fra Parlamento e Governo: che cos’è? In che modo può venire meno?
  • Gruppo 2 – La crisi del Governo Conte-bis è una crisi parlamentare o extraparlamentare? Che differenza c’è?
  • Gruppo 3 – Qual è il ruolo del Presidente della Repubblica nella gestione di una crisi di Governo? Che cosa sono le consultazioni?
  • Gruppo 4 – Che cos’è il mandato esplorativo? Che differenza c’è fra il mandato esplorativo e il pre-incarico? Quale dei due è stato affidato dal Presidente Mattarella a Roberto Fico, Presidente della Camera dei Deputati?

Al termine, presentate a turno i lavori al resto della classe e uniteli in un unico file.

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed, vol. 3, p. 239 ss.
  • Monti-Faenza, Res Publica 4ed, p. 146 ss.

 

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