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  Digital Markets Act: raggiunta l’intesa politica sulla normativa che cambierà i mercati digitali

Il 24 marzo 2022 il Parlamento dell’Unione Europea e il Consiglio hanno raggiunto un’intesa politica sul Digital Markets Act (DMA), un intervento normativo che ha il potenziale di rappresentare una vera e propria rivoluzione per i mercati digitali europei e non.
Il provvedimento, la cui approvazione finale è attesa entro il 2023, imporrà nuove forme di tutela dei consumatori europei e nuovi vincoli per gli operatori economici del mondo digitale. L’obiettivo della novella normativa sarà quello di puntare sulla prevenzione: vincoli e controlli armonizzati ex ante permetteranno una maggior efficienza nell’attività di vigilanza del mercato.

 

Le radici del problema: il potere delle Big Tech Companies.

Il processo di transizione delle abitudini di acquisto dei consumatori, dal mercato “reale” a quello digitale, è un fenomeno ben noto. Un percorso già tracciato che, negli anni della pandemia, ha subito un’importante impennata grazie all’impulso dei vari lockdown nazionali.
L’utilizzo dei social network, degli app store (Google e Apple su tutti) e dei marketplace digitali (Amazon) continua ad essere rappresentato da curve ascendenti, coinvolgendo ogni target d’età, dai giovanissimi ai più anziani. La trasversalità dei contenuti e degli utilizzi di questi strumenti digitali ha posto, nel tempo, più di qualche interrogativo circa la necessità di regolamentarne i confini. Casi come lo scandalo di Cambridge Analytica (l’utilizzo di dati sensibili per la profilazione delle abitudini di voto degli elettori britannici e statunitensi), la causa legale Epic vs Apple (il monopolio imposto dalla compagnia della mela sugli acquisti tramite App store nei dispositivi iOS), la circolazione delle fake news sui social network di Meta nel contesto pandemico e nell’attuale conflitto Russia-Ucraina, hanno iniziato a divenire sempre più frequenti.

Le regole del nuovo DMA si applicheranno a tutti i soggetti che la normativa definisce “gatekeepers” (guardiani del cancello): imprese che abbiano una capitalizzazione superiore ai 75 miliardi di euro (o un turnover annuale di 7,5 miliardi) e che abbiano almeno 45 milioni di utenti mensili (tutti requisiti che Apple, Google, Amazon e Meta superano abbondantemente).

 

Quali sono i fenomeni che preoccupano le Autorità europee?

I comportamenti di queste compagnie, che operano sistemi sempre più grandi e diffusi tra il pubblico, preoccupano le autorità europee da diversi punti di vista.
Da un lato c’è il tema della tutela degli utenti, del trattamento dei dati da loro condivisi su internet e della loro profilazione (l’analisi delle abitudini d’acquisto e di navigazione su internet) come consumatori. In quest’ottica sarà richiesto un controllo maggiore del consenso alla cessione dei dati degli utenti online. Attualmente, nonostante i risvolti giudiziari dei casi già citati, i meccanismi di funzionamento degli algoritmi (utilizzati per le proposte commerciali, la visualizzazione delle informazioni e delle condivisioni) dei social network e dei marketplace digitali restano in gran parte oscuri agli utenti.

Dall’altro lato, i meccanismi della concorrenza sul mercato. La continua espansione delle Big Tech pone problemi di mercato molto simili al tradizionale pericolo di monopolio. Per esemplificare, Apple è una compagnia che produce e vende hardware vincolato ad un sistema operativo proprietario (iOS) sul quale controlla anche la maggior parte delle vendite di software attraverso il proprio mercato digitale (l’App store). Nelle intenzioni del DMA ci sarà la necessità di garantire l’interoperabilità tra servizi digitali simili (Signal e Whatsapp ad esempio) e la possibilità per gli sviluppatori terzi di poter offrire i propri beni in condizioni di parità rispetto ai gatekeepers dei mercati digitali. I gatekeeper, ancora, dovranno garantire alle compagnie più piccole di poter interagire con le proprie piattaforme, evitando così le eccessive barriere all’ingresso di questi mercati.

 

Perché un cambiamento così drastico?

I fenomeni che abbiamo brevemente descritto si scontrano da anni con una regolamentazione poco efficiente, basata principalmente sull’attività di vigilanza delle Autorità Antitrust nazionali.

Le attuali regole prevedono principalmente la possibilità di effettuare controlli successivi (ex post) rispetto alle condotte poste in essere dalle Big Tech e ritenute sospette.
Questo tipo di approccio costringe le autorità nazionali ad una costante rincorsa dei comportamenti inediti di queste compagnie e si traduce in un sistema sanzionatorio lento, eccessivamente burocratico e disfunzionale.

Il DMA si pone come una regolamentazione cui i gatekeepers dovranno conformarsi in via preventiva (ex ante). Una volta approvata la normativa, le imprese che non si adegueranno agli obblighi previsti rischieranno sanzioni economiche eccezionali che saranno erogate dalla Commissione Europea (si parla del 10% del fatturato annuo o, addirittura, del 20% in caso di violazioni ripetute).

 

In conclusione

Accanto al DMA, gli organi dell’Unione Europea si confronteranno sull’approvazione del gemello Digital Services Act, atto normativo più concentrato sui contenuti delle interazioni social, sulla responsabilizzazione degli utenti e sul contrasto alla diffusione delle fake news. All’indomani delle intese raggiunte, le perplessità sulle tempistiche di attuazione dei due atti normativi dipendono dalle fortissime ricadute che questi avranno sulle condotte delle principali imprese digitali. Meta, Amazon, Apple, Google e tutte le altre Big Tech rischiano insomma di dover cambiare profondamente i loro comportamenti economici in Unione Europea.

Attività

Il trattamento dei dati personali nell’epoca social: il caso Cambridge Analytica
Una delle vicende giudiziarie più seguite al mondo, in tema di regolamentazione delle piattaforme digitali, è stato il caso Cambridge Analytica. La compagnia britannica venne accusata di aver utilizzato i dati personali di centinaia di migliaia di utenti (recuperati da social network come Facebook) per la profilazione dell’elettorato americano in vista delle elezioni politiche del 2016 (Trump vs Clinton). Con l’aiuto del docente, informatevi online su quanto accaduto e rispondete per iscritto: che progressi sono stati fatti, dal 2016, in tema di consenso al trattamento dei dati personali sul web?  

 

Fonti per approfondire

Riferimenti nei testi Zanichelli

  • Monti-Faenza, Res publica 4ed., p. 364
  • Monti, Per Questi Motivi, vol. 2, pp. 448-450
  • Monti, Per Questi Motivi, RIM, vol. 1, pp. 448-450
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed., vol. 2, pp. 13-16

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