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  I referendum 2022 registrano un’astensione record: tutti falliti i quesiti

I referendum 2022, riannodiamo i fili del discorso…

Fino ad ora avevamo raccontato di come solo cinque degli otto quesiti presentati avessero superato il controllo di ammissibilità della Corte costituzionale.
Solo per queste cinque proposte, pertanto, si era aperta l’ultima fase, quella della votazione. Le cinque proposte erano:

  1. Referendum sulla riforma Severino, che intendeva abrogare le norme che impediscono a chi è stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati di partecipare alle elezioni per il Parlamento italiano ed europeo e italiano oltre che a quelle regionali.
  2. Referendum per la limitazione delle misure cautelari, che intendeva abrogare parte dell’articolo 274 del codice penale, con l’obiettivo di ridurre i reati per i quali è consentita l’applicazione della carcerazione preventiva.
  3. Referendum sulla separazione delle carriere, che in verità non intendeva separare le carriere, ma ridurre e irrigidire le possibilità di cambio delle funzioni tra giudici e pubblici ministeri.
  4. Referendum per l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del CSM, che intendeva permettere le candidature individuali libere per l’elezione al CSM, abrogando la norma che stabilisce che le candidature al CSM devono essere sostenuta dalle firme di almeno 25 presentatori.
  5. Referendum sulla valutazione sulla professionalità dei magistrati, che intendeva permettere anche agli avvocati che siedono nei Consigli giudiziari di esprimersi sulle valutazioni di professionalità dei magistrati.

 

I risultati

Il 12 giugno si sono tenute le votazioni (e in 971 Comuni si è anche votato per l’elezione dei nuovi sindaci).

Questi i risultati:

  1. Per il referendum sulla riforma Severino: ha votato il 20,94% degli aventi diritto.
  2. Per il referendum per la limitazione delle misure cautelari: ha votato il 20,93%.
  3. Per il referendum sulla separazione delle carriere: ha votato il 20,93%.
  4. Per il referendum per l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del CSM: ha votato il 20,92%.
  5. Per il referendum sulla valutazione sulla professionalità dei magistrati: ha votato il 20,92%.

Come sappiamo, il funzionamento del referendum abrogativo è condizionato dall’esistenza di un quorum strutturale.
Questo significa che la votazione è considerata invalida (e quindi improduttiva di effetti) se ad essa non ha partecipato la maggioranza degli aventi diritto al voto.
Per questo, prima di contare il numero dei sì e il numero dei no, occorre contare il numero dei voti. Se questo supera la soglia 50% del numero degli aventi diritto, allora si procede alla “conta”, altrimenti il referendum si considera fallito.

Da molti anni i referendum abrogativi falliscono per mancanza del quorum, ma questa volta il risultato è stato storico. Quella registrata per i referendum 2022 è stata l’affluenza più bassa della storia repubblicana (per nessun quesito l’affluenza ha superato il 20%). La Regione con l’affluenza più bassa è stata il Trentino Alto-Adige (13%), mentre quella con l’affluenza più alta è stata la Liguria (28%).

Attività

Dal 1997 in avanti, nessun referendum ha mai più raggiunto la soglia del 50% + 1 degli aventi diritto. Tranne uno: scopri quale facendo una ricerca online.

 

Fonti per approfondire:

 

Rifermenti nei testi Zanichelli:

  • Monti-Faenza, Res publica 4ed., p. 255
  • Monti, Per Questi Motivi, vol. 3, p. 145
  • Monti, Per Questi Motivi, Articolazione RIM, vol. 2, p. 407
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed., vol. 3, pp. 21-21
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed., vol. 2, pp. 21-24