, , ,

Legenda

Novità di primaria importanza che modificano il libro di testo
Aggiornamenti importanti che integrano il libro di testo
Dati, notizie e casi interessanti per fare lezione con l'attualità

  Women on boards: la nuova intesa europea sulle quote rosa

Ad inizio anno, il 20 gennaio 2022, la Presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen rinnovava il suo impegno a favore di una risposta comunitaria al tema della parità di genere in ambito societario. Il 7 giugno il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea hanno raggiunto un’intesa sulla proposta n. 0614/2012, la direttiva Women on boards.
Una storia travagliata per una proposta normativa rimasta bloccata per ben 10 anni e che adesso proseguirà l’iter legislativo con la necessaria approvazione del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper).

L’obiettivo della direttiva è di istituire, a livello comunitario, delle quote di spettanza per il genere meno rappresentato all’interno dei boards (consigli di amministrazione) delle grandi società in Europa. Sì perché fino a questo momento, gli strumenti legislativi utilizzati dagli Stati membri in tema di parità di genere sono stati il frutto di iniziative individuali, rimesse alle volontà dei legislatori nazionali. L’esigenza di un approccio armonizzato è stata sostenuta sulla base dei dati statistici. Si stima che, ad oggi, in Europa circa il 30,6% delle posizioni apicali nelle grandi società quotate in borsa sia coperto dalle donne. Stati come la Francia o l’Italia annoverano percentuali più alte (rispettivamente il 45,3% e il 41%) mentre altri notevolmente più basse.

La nuova normativa riserverà almeno il 40% degli incarichi non esecutivi o il 33% della totalità dei posti da amministratori. Le grandi società degli Stati membri, saranno tenute a osservare la normativa per non incorrere in sanzioni dissuasive: si parla di sanzioni pecuniarie e dell’annullamento delle delibere di nomina dei consigli di amministrazione da parte dell’autorità giudiziaria. Il requisito scelto per selezionare le società obbligate è quantitativo: a rispettare le nuove quote saranno tutte le società con almeno 250 dipendenti.

Quali sono gli obiettivi delle quote di genere?

Le quote di genere sono strumenti normativi che hanno una funzione propulsiva dei cambiamenti socio-culturali. Tutelando il genere meno rappresentato (in questo caso le donne, da cui il termine “quote rosa”) in ambito economico, sociale, politico (si veda le quote di rappresentanza in Parlamento o nei Consigli regionali), si spera di generare il cosiddetto effetto trascinamento.
Una volta coperti i posti riservati per legge, la cultura della parità e della diversità di genere dovrebbe diffondersi maggiormente permettendo di replicare i risultati anche negli organi collegiali non obbligati.
Uno strumento che serve ad accelerare il cambiamento, quindi, non una risposta permanente a un problema, quello della parità di trattamento e della non discriminazione in base al sesso, più attuale che mai. Proprio in ragione di questi obiettivi, i risultati delle quote di genere vanno valutati nel corso del tempo e a distanza di anni.

Cosa cambia per l’Italia?

In Italia, i risultati positivi già menzionati sono stati raggiunti grazie alla normativa in vigore. La cd. Legge Golfo-Mosca del 2011 si rivolge proprio alle società più grandi del nostro paese: le quotate in borsa e le partecipate dallo Stato.

La normativa italiana impone, in modo non dissimile dalla proposta Women on Boards, il rispetto di vincoli nella composizione dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali delle società obbligate.
La quota vincolante è stata via via accresciuta nel corso degli anni, partendo dal 20%, passando per il 30% e infine, con la legge di bilancio del 2020 approdando al 40%, la stessa soglia obiettivo della novella normativa europea.

La legge italiana, inoltre, individua la Consob come autorità indipendente incaricata del controllo e della vigilanza sulla sua applicazione, attribuendole il potere di irrogare sanzioni pecuniarie e il temuto giudizio di non conformità. Le società obbligate che non rispettano la normativa rischiano infatti la decadenza dell’intero organo collegiale (amministrativo o sindacale).

Per il nostro paese, dunque, le novità europee avranno un impatto sostanziale decisamente minore. Ciò nonostante l’adozione di un progetto comune in tutta Europa non può che far ben sperare dal punto di vista della percezione del problema. Le disparità di trattamento tra lavoratori e lavoratrici, dal punto di vista della retribuzione, delle mansioni svolte e delle progressioni di carriera, resta ancora argomento fortemente dibattuto.

Attività

Quote rosa: funzionano?
Sono passati ormai più di 10 anni dall’entrata in vigore della legge Golfo-Mosca del 2011. Ulteriormente prorogata nel suo periodo di validità, questa legge ha raggiunto ottimi obiettivi in termini di adeguamento da parte dei soggetti obbligati. È successo lo stesso anche dal punto di vista culturale? I cambiamenti prodotti dalla normativa hanno generato il  cosiddetto effetto trascinamento?
Seguito dal docente, conduci una ricerca sui risultati delle normative sulle quote di genere in Europa e negli Stati Uniti. Quali e quante hanno funzionato?
Rispondi alla domanda in al massimo 20 righe o 5 slide.

 

Fonti per approfondire:

  1. Messaggio di Ursula von der Leyen: https://www.youtube.com/watch?v=PEt36cUGI-w
  2. https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20220603IPR32195/women-on-boards-deal-to-boost-gender-balance-in-companies
  3. https://www.repubblica.it/economia/2022/06/07/news/le_quote_rosa_sbarcano_in_europa-352913014/

 

Riferimenti nei testi Zanichelli

  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed, vol. 2 pp. 98-101
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol.1 476-480

Tag: , , ,