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  La Croazia entra nell’Eurozona e nello spazio Schengen

Introduzione

La Croazia, candidata all’adesione all’Unione europea dal 2004, diviene Stato membro dell’Unione il 1° luglio del 2013.
Nonostante l’ingresso della Croazia nell’Unione risalga ormai a dieci anni fa, la Croazia non era ancora parte né dell’Eurozona (non aveva ancora adottato l’euro) né dello Spazio Schengen, ovverosia quello spazio che non prevede frontiere e che garantisce ai cittadini europei di poter liberamente circolare senza sottostare ai controlli alle frontiere.

Come è possibile che un Paese faccia parte dell’Unione ma sia escluso da alcune sue politiche?

Questa possibilità, o meglio questo fenomeno, viene chiamato integrazione differenziata o anche Europa á la carte!
Con questi termini si indica quella forma di integrazione che consente agli Stati membri dell’Unione di avanzare seguendo ritmi differenti e perseguendo obiettivi diversificati, in base alle proprie capacità ed esigenze.

 

L’ingresso della Croazia nell’Eurozona

Cosa vuol dire Eurozona?

L’Eurozona rappresenta l’insieme dei Paesi dell’Unione europea che usano l’euro come moneta unica.
Con l’ingresso della Croazia, i Paesi che fanno parte dell’Eurozona sono 20: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Grecia, Slovenia, Cipro, Malta, Slovacchia, Estonia, Lettonia, Lituania e Croazia.

L’adesione all’euro, proprio in virtù di quella integrazione differenziata, è avvenuta in momenti e secondo modalità differenti per i Paesi europei. Alcuni Stati avevano deciso di non adottare l’euro per scelta politica: pensiamo al Regno Unito, ormai non più parte dell’Unione europea. Altri Stati non hanno adottato l’euro perché ancora non soddisfacevano i requisiti per entrare nell’Eurozona (chiamati parametri di Maastricht).

Per entrare nella zona euro, infatti, è necessario che i singoli Stati rispettino determinate condizioni:

  1. stabilità dei prezzi;
  2. finanze pubbliche sane e sostenibili;
  3. stabilità del tasso di cambio;
  4. tasso di interesse a lungo termine.

A prescindere dal tecnicismo di questi criteri, il fatto di soddisfarli indica che uno Stato è pronto, cioè la sua adesione all’euro non provocherà rischi economici per lo Stato membro stesso o per la zona euro nel suo insieme, quindi agli altri Stati.

Cosa comporta l’ingresso?

Dal15 gennaio 2023 in Croazia si paga esclusivamente in euro, anche se fino alla fine dell’anno sarà obbligatorio indicare i prezzi di beni e servizi anche in Kune (la valuta precedente).  Un euro corrisponde a 7,53450 Kune.
Sono vietati gli aumenti di prezzo connessi alla transizione all’euro.

Quali sono i benefici?

L’euro offre molti vantaggi ai cittadini, alle imprese e alle economie dei paesi che lo utilizzano. Tra questi possiamo ricordare:

  • la facilità con cui i prezzi possono essere confrontati tra paesi, che stimola la concorrenza tra le imprese, a vantaggio dei consumatori
  • la stabilità dei prezzi,
  • la moneta comune rende più facile, meno costoso e più sicuro per le imprese acquistare e vendere nell’area dell’euro e commerciare con il resto del mondo,
  • una maggiore stabilità e crescita economica,
  • mercati finanziari meglio integrati e quindi più efficienti,
  • una maggiore influenza sull’economia globale,
  • un segno tangibile dell’identità europea.

Molti di questi benefici sono collegati tra loro. Ad esempio, la stabilità economica giova all’economia di un paese membro, poiché consente al governo di pianificare il futuro. Ma la stabilità economica giova anche alle imprese perché riduce l’incertezza e incoraggia gli investimenti. Ciò, a sua volta, apporta benefici alla popolazione in generale grazie a una maggiore occupazione e a posti di lavoro di migliore qualità.

 

L’ingresso della Croazia nell’area Schengen.

Cosa è lo Spazio Schengen?

Definito la più importante conquista del progetto europeo, lo Spazio Schengen rappresenta l’area senza controlli alle frontiere interne. Questo significa che i Paesi:

  • non sottopongono le persone ai controlli alle loro frontiere interne, salvo in caso di minacce specifiche;
  • sottopongono le persone a controlli armonizzati alle loro frontiere esterne, sulla base di criteri chiaramente definiti.

Di conseguenza, sia i cittadini dell’UE sia i cittadini di paesi terzi possono circolare liberamente all’interno dello spazio Schengen e sono oggetto di controlli solo alle frontiere esterne.

 

Cosa comporta l’ingresso della Croazia?

Questo ulteriore allargamento comporta che la zona Schengen sarà estesa a 420 milioni di persone che potranno viaggiare liberamente.
I controlli marittimi e terrestri saranno revocati con effetto immediato, anche se non lo sarà la sorveglianza interna negli aeroporti, poiché questo traguardo non arriverà fino al 26 marzo 2023 per farlo coincidere con i tempi fissati dall’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata).
La Croazia sarà sottoposta a un esame entro un anno per verificare che rispetti effettivamente tutti i protocolli stabiliti da Schengen.

 

Quali sono i benefici della zona Schengen?

L’abolizione delle frontiere tra i Paesi europei ha avuto la conseguenza che:

  • i cittadini di qualsiasi paese del mondo, quando si trovano nello Spazio Schengen, possono attraversare liberamente le frontiere interne degli Stati membri, senza controlli di frontiera;
  • vi è una migliore collaborazione tra le polizie dei Paesi membri;
  • vi è una collaborazione giudiziaria privilegiata tra i membri, compresa una più rapida estradizione dei criminali e un più facile trasferimento per l’esecuzione dei provvedimenti penali;
  • esiste un’avanzata banca dati condivisa, che aiuta i Paesi membri a scambiare rapidamente informazioni su persone e beni tra loro;
  • se la sicurezza interna non è garantita a causa di una grave minaccia, un Paese membro può ripristinare temporaneamente i controlli di frontiera alle sue frontiere interne, ma per non più di 30 giorni.

 

Attività

Ricerca empirica sul campo!

Con il termine ricerca empirica si intende un tipo di ricerca che si basa sull’osservazione diretta o indiretta dei fatti. Osservando la realtà il ricercatore ricava le proprie conclusioni.

La domanda di ricerca a cui dovete rispondere è: i cittadini europei riconoscono i benefici di far parte della Zona euro e dello Spazio Schengen?

Per rispondere a questa domanda, ciascuno di voi prova a intervistare due persone chiedendo loro se a) l’ingresso dell’Italia nell’area Schengen e b) l’adesione dell’Italia all’euro ha portato loro dei benefici o vantaggi. Se sì, quali? Se no, quali svantaggi?
Al termine, confrontate i vostri risultati in classe e uniteli in un unico report. Con l’aiuto dell’insegnante discutete i risultati complessivi della ricerca.

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Monti, Faenza, Res publica 4ed., pp. 327-329
  • Monti, Per Questi Motivi, vol. 3, pp. 386-402
  • Monti, Per Questi Motivi, Articolazione RIM, vol. 2, pp. 120- 129
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 5 ed, vol. 3, p. 434
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 5 ed, vol. 2, p. 407-409

 

 

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