15 Febbraio 2012
Nell’autunno del 2011 il
CERN (Centro Europeo di Ricerca Nucleare) ha annunciato la registrazione di un risultato sperimentale inatteso secondo cui i
neutrini viaggerebbero ad una
velocità maggiore di quella della
luce, che è la velocità limite nella teoria della relatività di Einstein.
A comunicare l’anomalia dei neutrini superluminali sono stati gli scienziati dell’esperimento
OPERA (Oscillation Project with Emulsion-tRacking Apparatus), che prende parte al progetto
CNGS (CERN Neutrinos to Gran Sasso) in cui fasci di neutrini prodotti ai Laboratori del CERN di Ginevra vengono sparati in direzione dei rilevatori situati ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, in Abruzzo.
I neutrini, particelle elementari neutre di massa estremamente piccola, interagiscono soltanto attraverso la forza nucleare debole e la forza di gravità: per questo motivo possono viaggiare indisturbate perfino attraverso la Terra (un bel sito per l’esplorazione e la didattica delle particelle elementari e delle forze fondamentali si trova
qui).
Qualora si rivelassero corrette, le misurazioni del tempo di volo dei neutrini condotte per tre anni dall’esperimento OPERA costituirebbero un risultato straordinario: queste particelle coprono i 730 km di distanza fra i due laboratori in un tempo di 60 nanosecondi più breve di quello che impiegherebbe la luce, come spiegato in questa breve
videoanimazione sull’esperimento.
La notizia ha avuto grande risalto sui mezzi di comunicazione di tutto il mondo.
Qui segnaliamo le pagine delle riviste scientifiche internazionali
Nature e
Science dedicate all’argomento, il
comunicato stampa del CERN e un
video contenente una breve intervista al Dr. Dario Autiero, coordinatore scientifico del progetto OPERA.
L’atteggiamento della comunità scientifica è comunque di estrema cautela: errori sistematici nelle misurazioni sono possibili, e una conferma definitiva del risultato potrà arrivare soltanto da test indipendenti condotti da altri gruppi di ricerca. Insomma: neutrini superluminali? Andiamoci piano.
Aggiornamento del 23 Febbraio 2012:
La necessità di estrema cautela di fronte ad un tale risultato è confermata dalla notizia odierna (si veda qui e qui) di anomalie riscontrate nell’apparato sperimentale di OPERA. Queste potrebbero spiegare la misura di un tempo di arrivo dei neutrini al Gran Sasso inferiore a quello effettivo, e motivano la decisione di ripetere gli esperimenti in primavera.
Se l’argomento vi interessa, poi, anche il nostro portale Aulascienze ha parlato della questione. Seguitelo!