Il Kurdistan iracheno

Nel periodo dell’occupazione americana e della guerra civile in Iraq, le regioni a maggioranza curda del nord hanno mantenuto una certa stabilità e nella costituzione è stata sancita la loro autonomia. Questo processo è stato favorito dalla debolezza iniziale del governo iracheno; il rafforzamento del potere centrale potrebbe rimettere in discussione gli equilibri.

La frattura fra curdi e arabi non è un conflitto etnico generalizzato: a Baghdad e nelle città dell’Iraq le due comunità sono mescolate e l’identità irachena è un denominatore comune. È nelle vallate del nord, nei massicci montuosi del Kurdistan presso le frontiere con la Turchia e l’Iran che il nazionalismo curdo si manifesta con forza, in opposizione al nazionalismo arabo. Qui la questione curda è attuale, perché i curdi non hanno accettato la sistemazione politica successiva alla caduta dell’impero ottomano.

I confini delle regioni curde dell’Iraq (Dohouk, Erbil e Suleimaniye) furono il frutto di una trattativa condotta con il governo centrale nel 1970; all’interno dei confini amministrativi fu stabilita una certa autonomia. La capitale della regione curda è Erbil.

Durante la guerra del 1991, le regioni curde insorsero; l’esercito iracheno fu costretto dagli Usa a ritirarsi sulla cosiddetta “Linea verde”, che negli anni seguenti e nella costituzione del 2005 divenne il confine legittimo delle regioni autonome curde. In seguito, i curdi hanno messo in discussione la legittimità di questa linea di confine, spostandola più a ovest fino a inglobare una parte della provincia di Kirkuk, ricca di risorse petrolifere. Vedi cartina della regione curda.

Nel periodo del regime di Saddam i curdi subirono massacri e deportazioni; nelle regioni curde fufavorito  il trasferimento di cittadini arabi. Ora si assiste al tentativo opposto, che alcuni chiamano “kurdizzazione”: gli arabi sono incentivati a lasciare la zona intorno a Kirkuk.

Nel 2007 il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha costituito una commissione per risolvere il problema della frontiera interna contesa. Il risultato sarà comunque strettamente legato agli equilibri che si creeranno nel governo iracheno.