Osservazione di cellule vive

In questo caso la preparazione del materiale prevede soltanto che si ponga una goccia di sospensione contenente cellule sul vetrino, o addirittura che si posizioni sotto l’obiettivo la piastra con le cellule in coltura. Si può allora osservare l’attività delle cellule e filmarne i movimenti.

Per aumentare il contrasto delle strutture non colorate si sfrutta il fenomeno della interferenza dei raggi luminosi: un preparato sottile, quando è investito dalla luce, in parte la trasmette e in parte la diffrange. La luce diffratta risulta sfasata rispetto a quella trasmessa, e questo fenomeno è sfruttato nel microscopio a contrasto di fase per generare un effetto di chiaroscuro.

Anche nel microscopio interferenziale, utilizzato per misure di concentrazione o di spessore del campione, le differenze di fase sono trasformate in differenze di intensità luminosa.

Nel microscopio a campo oscuro invece una lente posta sotto il vetrino dirige i raggi luminosi fuori dal campo, e l’osservatore riceve soltanto quelli diffratti dal preparato: in questo modo si possono fare emergere le cellule su fondo nero.

L’osservazione in vivo è l’unico mezzo per seguire le modificazioni morfologiche che avvengono durante il ciclo cellulare. Se si vogliono eseguire studi chimici su cellule in coltura ci si deve accertare che le cellule siano tutte nello stesso stadio metabolico. Il modo più semplice per appurarlo è verificare che tutte presentino la stessa forma e dimensione.

Per quanto riguarda le cellule procariote si può verificare che una goccia di brodo di coltura contenga cellule dello stesso ceppo e non sia una coltura mista.

 

i procarioti
colture cellulari