Preparazione per il microscopio elettronico

La preparazione dei materiali per l'osservazione al microscopio elettronico deve essere eseguita con la cura più scrupolosa, data la finezza dei dettagli che si devono apprezzare.

La differenza fondamentale rispetto al microscopio ottico è che in questo caso si lavora con sezioni estremamente sottili: infatti uno spessore eccessivo bloccherebbe del tutto gli elettroni, e l'immagine risulterebbe nera.

Di conseguenza la preparazione deve rendere durissimo il preparato, in modo da permetterne il taglio fine.

Il blocchetto di partenza deve essere piccolo, circa 1 millimetro di lato. Tra i fissativi, quello più largamente usato è il tetrossido di osmio in soluzione acquosa, che funge anche da colorante, perché gli atomi pesanti di osmio si legano alle strutture cellulari definendone i contorni. La fissazione può durare un'ora.

Si deve poi eseguire una disidratazione veloce, usando una scala degli alcoli simile a quella usata per i preparati del microscopio ottico.

Di solito le resine per l’inclusione sono molecole sintetiche, costituite da monomeri che, dopo aver impregnato il preparato, diventano polimeri con l'azione del calore o dei raggi UV.

Per ottenere una buona penetrazione della resina si usa anche qui una scala crescente, cioè si fanno ripetuti passaggi del preparato prima in un solvente, poi in una miscela solvente-resina, aumentando gradualmente la concentrazione della resina e fino alla resina pura.

Soltanto ora il blocchetto è sufficientemente duro per essere tagliato con un ultramicrotomo, uno strumento di precisione che deve eseguire sezioni di spessore inferiore al nanometro.

Si recuperano le fettine lasciandole cadere in una bacinella d'acqua. In questo modo è facile appoggiarle ai retini per microscopia elettronica, che sono cerchi di rete metallica, di pochi millimetri di diametro, che fungono da "vetrino".