Applicazioni
Tra le principali
applicazioni degli enzimi di restrizione e delle tecniche di elettroforesi
vi è l’individuazione delle cosiddette mappe genetiche.
La mappa
di restrizione di un frammento di DNA, o di più ampie
regioni del genoma, mostra
la localizzazione di ciascun sito di restrizione in relazione
ai siti di restrizione adiacenti. Essa può essere ottenuta
confrontando le dimensioni dei frammenti che derivano dalla digestione
del DNA con una combinazione di diverse nucleasi di restrizione.
Le mappe
di restrizione contribuiscono, insieme alle librerie
ordinate di cloni genomici, al sequenziamento e alla definizione
della mappa fisica di ampie
regioni del genoma.
La
definizione di una mappa di linkage genetico
è basata sulla frequenza con la quale due caratteri, i
cosiddetti marcatori
genetici, vengono co-ereditati. Se sono ereditati spesso insieme
significa che appartengono allo stesso cromosoma e alla stessa
regione di DNA, poiché raramente vengono separati dal crossing
over.
Un
marcatore genetico può essere rappresentato da qualunque
sito sul DNA, in corrispondenza del quale sia monitorabile una
differenza fra individui. Se la
differenza è rara (frequenza < 1%) si parla di mutazione,
in caso contrario si parla di polimorfismo.
Da
alcuni anni vengono utilizzati come marcatori genetici anche piccoli
frammenti di restrizione, che differiscono in dimensione da un
individuo all’altro, senza però dar luogo ad alcun effetto
visibile sull’organismo.
La
singola sostituzione di una base, così come piccole delezioni
o inserzioni possono eliminare
o creare un sito di restrizione. Queste piccole differenze fra
individui sono note come Restriction Fragment Length Polymorphisms
(RFLPs).
La
generazione di molecole di DNA
ricombinante, infine, parte sempre da frammenti di restrizione.
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