La
scoperta del DNA
Nel 1869
Friedrich Miescher, medico all’università di Tubinga in Germania,
isolò una sostanza acida dalle cellule del pus (globuli
bianchi). Le idee rivoluzionarie di Joseph Lister su come prevenire
le infezioni ospedaliere erano state pubblicate da poco; si verificavano
ancora numerosi casi di infezioni durante le operazioni chirurgiche,
e Miescher poteva quindi facilmente procurarsi bende sporche di
pus.
Egli lavava
dai bendaggi le cellule con una soluzione di solfato di sodio (NaSO4);
in questa soluzione le cellule sedimentavano rapidamente ed era
facile separarle dal siero e dalle altre materie che si trovavano
nel pus.
Quando poneva
le cellule in una soluzione alcalina
diluita, Miescher otteneva una sostanza in soluzione che precipitava
con l'aggiunta di acido: si
trattava quindi di una sostanza acida.
Egli
sospettò che la sostanza estratta si trovasse nel nucleo
cellulare. I microscopisti sapevano infatti che il nucleo era di
natura acida, perché al microscopio
ottico lo si metteva in evidenza con coloranti basici.
Miescher tentò
perciò di isolare i nuclei dalle cellule, distruggendole
con i succhi gastrici dello stomaco di maiale (HCl + pepsina). Fortunatamente
il metodo funzionò, e al microscopio si vedevano nuclei puliti.
Anche da questi
nuclei Miescher ricavò la sostanza acida. Essa non assomigliava
a nessuna delle sostanze conosciute dai chimici di allora e aveva
bisogno di un nuovo nome: la chiamo perciò nucleìna.
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