La scoperta
dei complessi clorofilla-proteina
La separazione
dei pigmenti fogliari ci dice poco sul funzionamento della membrana
fotosintetica, perché l’alcol la distrugge.
Solo nel
1941 si ottennero le prime prove del fatto che la clorofilla
è associata con proteine
nella membrana del cloroplasto.
Si studiarono le membrane dei soli cloroplasti, isolati tramite
ultracentrifugazione,
e li si trattò con un detergente.
Separati i lipidi
di membrana, il materiale che rimaneva precipitava in una centrifuga
con una velocità riferibile a composti a peso molecolare
maggiore delle clorofille, cioè clorofille+proteine.
In questo caso
non c'era separazione tra i due tipi di clorofilla e gli altri pigmenti,
e si formulò l'ipotesi che l'unità fondamentale dell'apparato
fotosintetico fosse costituita da clorofilla a, clorofilla
b, carotenoidi e una proteina.
L'uso
di detergenti ionici si perfezionò, e in esperimenti di elettroforesi
compiuti nel 1960 si separarono due bande di clorofilla-proteine,
una verde e una verde-gialla.
Negli anni seguenti
si stabilì che la prima frazione era più ricca di
clorofilla a e la seconda conteneva sia clorofilla a
che b.
Con il perfezionamento
dei metodi di elettroforesi si riuscì a separare tre bande,
due di clorofilla e proteine (che furono chiamate complesso I
e complesso II) e una di soli pigmenti.
La
nascita del termine fotosistema
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