Mario Geymonat, Lorenzo Fort
Dialogare con il passato
Corso di lingua latina
Zanichelli editore -  Bologna

Glossario di retorica e stilistica

ACCUMULAZIONE: accostamento o enumerazione di parole, immagini, concetti coordinati tra di loro.
- Tuttaquanta oramai la riliggione / conziste in zinfonie, genufressione, / seggni de croce, fittucce a la vesta, / cappell’in mano, cenneraccio in testa, / pesci da tajo, razzi, pricissione, / bussolette, Madonne a ’gni cantone, / cene a ppunta d’orloggio, ozzio de festa, / scampanate, sbaciucchi, picchiapetti, / parme, reliquie, medaje, abbitini, / corone, acquasantiere e moccoletti (G. G. Belli, La riliggione der tempo nostro 2-11).
- Num igitur hunc, num Homerum, Hesiodum, Simonidem, Stesichorum, num quos ante dixi, Isocratem, Gorgiam, num philosophorum principes, Pythagoram, Democritum, num Platonem, num Xenocratem, num postea Zenonem, Cleanthem aut eum quem vos etiam vidistis Romae, Diogenem stoicum, coegit in suis studiis obmutescere senectus? (Cicerone, De senectute 7,23), "Forse dunque costui (Sofocle), forse Omero, Esiodo, Simonide, Stesicoro, forse quelli che ho nominato prima, Isocrate, Gorgia, forse i più importanti tra i filosofi, Pitagora, Democrito, forse Platone, forse Senocrate, forse poi Zenone, Cleante o colui che anche voi vedeste a Roma, Diogene stoico, la vecchiaia li costrinse a tacere nei loro studi?". Si noti anche l’anafora di num.

ADÝNATON (dal greco, "impossibile"): fatto impossibile a verificarsi, in quanto subordinato a un’ipotesi contraria alle leggi di natura.
- Quando avrò queto il core, asciutti gli occhi, / vedrem ghiacciare il foco, arder la neve (F. Petrarca, Canzoniere 30,9-10).
- Ante leves pascentur in aethere cervi / et freta destituent nudos in litore piscis, / ante pererratis amborum finibus exsul / aut Ararim Parthus bibet aut Germania Tigrim, / quam nostro illius labatur pectore vultus (Virgilio, Bucoliche 1,59-63), "Leggeri dunque pascoleranno in cielo i cervi e i flutti lasceranno in secco sulla riva i pesci e, dopo aver errato a lungo l’uno nei territori dell’altro, esule il Parto berrà l’acqua dell’Arar e il Germano quella del Tigri, prima che il suo volto svanisca dal mio petto". Si notino le altre figure: l’anafora ante... ante; la sineddoche Parthus invece di Parthi; Germania variatio rispetto a Parthus e che per metonimia sta per Germani.

ALLITTERAZIONE: ripetizione di uno o più fonemi (di preferenza consonanti) all’inizio di parole contigue o, comunque, vicine.
- Di me medesmo meco mi vergogno (F. Petrarca, Canzoniere 30,9-10).
- In somnis ecce ante oculos maestissimus Hector / visus adesse mihi largosque effundere fletus, / raptatus bigis ut quondam aterque cruento / pulvere perque pedes traiectus lora tumentis (Virgilio, Eneide 2,270-73), "In sogno, ecco, mi sembrò che davanti agli occhi mi si presentasse, mestissimo, Ettore e versasse abbondanti lacrime, come un giorno quando fu trascinato dalla biga ed era nero di polvere insanguinata e trafitto attraverso i piedi gonfi dalle briglie".
- Hinc tibi, quae semper, vicino ab limite saepes, / Hyblaeis apibus florem depasta salicti, / saepe levi somnum suadebit inire susurro (Virgilio, Bucoliche 1,53-55), "Da un lato la siepe sul vicino confine di sempre / delibata dalle api iblee (dal monte Ibla, in Sicilia, celebre per il suo miele) nel fiore del salice, / spesso con lieve sussurro ti concilierà il sonno" (trad. L. Canali).

ANACOLÙTO (dal greco, "senza seguito"): irregolarità della costruzione sintattica di un periodo, che riproduce un procedimento tipico del parlato, ma che nei testi letterari può assumere una specifica valenza stilistica. Il più frequente consiste nel brusco cambio di soggetto, per cui il primo soggetto resta in sospeso.
- Lei sa che noi altre monache, ci piace di sentir le storie per minuto (A. Manzoni, I promessi sposi 9).
- Ma da quel nido, rondini tardive, / tutti tutti migrammmo un giorno nero; / io, la mia patria or è dove si vive; gli altri son poco lungi; in cimitero (G. Pascoli, Romagna 49-52, in Myricae).
- "Mane" inquii puellae; / "istud quod modo dixeram me habere, / fugit me ratio" (Catullo 10,27-29), "Aspetta, dissi, alla ragazza, quello che ho appena detto di avere, mi sono sbagliato": il pron. istud resta sospeso, perché il soggetto della principale è ratio.

ANADIPLÒSI (dal greco, "raddoppiamento"): ripresa, all’inizio di una frase o di un verso, di una delle ultime parole della frase o del verso precedente.
- Noi siamo usciti fore / del maggior corpo al ciel ch’è pura luce: / luce intellettual, piena d’amore, / amor di vero ben, pien di letizia; / letizia che trascende ogne dolzore (Dante, Paradiso 30,38-42).
- Ecce trahebatur passis Priameia virgo / crinibus a templo Cassandra adytisque Minervae / ad caelum tendens ardentia lumina frustra, / lumina, nam teneras arcebant vincula palmas (Virgilio, Eneide 2,403-06), "Ecco la vergine priamea Cassandra coi capelli sparsi / veniva trascinata dal tempio e dal sacrario di Minerva, / alzando invano al cielo gli occhi ardenti, gli occhi, poiché legami serravano le tenere mani" (trad. L. Canali).

ANÀFORA (dal greco, "ripetizione"): ripetizione di una parola all’inizio di frasi o versi o cola (membri di un periodo o di un verso) successivi.
- Per me si va nella città dolente / per me si va nell’etterno dolore / Per me si va tra la perduta gente (Dante, Inferno 3,1-3).
- Nunc est bibendum, nunc pede libero / pulsanda tellus, nunc Saliaribus / ornare pulvinar deorum / tempus erat dapibus, sodales (Orazio, Odi 1,37), "Ora bisogna bere, ora con danza sfrenata battere la terra, ora è venuto il momento di ornare il triclinio degli dèi con vivande degne dei Salii, amici".

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