Qualche dato in più
Il lavoro in Italia: alcuni dati
I numeri che circolano a proposito del lavoro sono in continua evoluzione e riguardano molti aspetti, come la produzione industriale, l’export, l’internazionalizzazione delle aziende e l’occupazione. I livelli di occupazione e disoccupazione (soprattutto giovanile) sono costantemente monitorati, ma negli ultimi anni si è affiancato un terzo dato interessante, che riflette il fenomeno degli inattivi (o NEET), cioè persone che non hanno e non cercano un lavoro. A spiegare questa differenza è l’economista Stefano Zamagni, professore ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna, nello speciale Lavorare stanca? sul sito Aula di Lettere.
Le cifre fornite dall’Istituto nazionale di Statistica (Istat) a fine 2016 rivelano che il tasso di disoccupazione in Italia si attesta all’11,9%, ma il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è del 40,1%. In calo invece il tasso di inattività, che si attesta al 34,7%. Un grafico prodotto dall’Istat permette di avere una panoramica sulle percentuali e le cifre assolute del lavoro nel nostro paese.
L’Italia ha un livello di occupazione inferiore alla media europea, come attestato dall’Ufficio statistico dell’Unione Europea (Eurostat). Il grafico che segue è stato pubblicato a luglio 2016 e permette di comparare la situazione occupazionale nei vari stati nel 2008 (in azzurro), nel 2015 (in arancione) e, come obiettivo, nel 2020 (in nero).
A fronte di questi dati generici, però, lo studio Eurostat ha mostrato in modo più preciso la situazione delle varie zone dell’Europa: il livello occupazionale supera l’80% nella parte meridionale della Germania, in alcune aree della Svezia e in parte del Regno Unito, ma è al di sotto del 60% in Grecia, in buona parte della Spagna e dell’Europa orientale.