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 L’Atlante del mondo globale

 

366 mappe per osservare con occhi diversi il ‘lato umano’ del nostro pianeta:

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 E come fare una ‘radiografia’ al pianeta Terra. Fin dalla scuola siamo stati abituati a vedere il mondo attraverso i colori di un atlante geografico: i continenti color verde e marrone, gli oceani azzurri; i poli color bianco. E poi le dimensioni: la grande Eurasia, le Americhe, l’Africa e l’Australia. Abbiamo imparato a memoria i nomi delle capitali e delle varie nazioni, dei fiumi, dei laghi e dei mari.

Informazioni importanti ma non sufficienti per capire che cosa è davvero il nostro pianeta. Non ci dice ad esempio chi ci vive e come ci vive, e le differenze che possono passare tra una giornata vissuta da africano piuttosto che da statunitense.

A darci un’immagine più vicina alla realtà è l’Atlante del Mondo Globale, edito in Italia da Zanichelli. Tre studiosi: Daniel Dorling, Mark Newman, Anna Barford, docenti della Sheffield University (Inghilterra) e tra fondatori del famoso sito www.worldmapper.org, hanno realizzato una nuova carta geografica che svela il ‘lato oscuro’ del pianeta Terra. 

Attraverso 366 mappe elaborate digitalmente – una per ogni giorno dell’anno compreso il bisestile – l’Atlante raffigura le zone e i paesi del pianeta non in base alle loro effettive dimensioni fisiche ma con altri parametri e statistiche: dalle condizioni sanitarie, al livello di ricchezza o di occupazione, ai consumi, alle nascite suddivisi in 16 sezioni tematiche principali. Le informazioni provengono organismi internazionali come l’Onu, la Banca Mondiale, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità.  

E ciò che colpisce è osservare come di cartina in cartina le dimensioni dei continenti e degli stati cambiano in base all’argomento. Come un elastico la Cina o gli Usa o l’Africa si allungano o si accorciano a seconda se si parla di livello d’istruzione o di sanità, di produzione delle armi o di giocattoli. «L’ estensione geografica è importante – afferma Daniel Dorling, uno degli autori – ma le persone sono probabilmente più importanti dell’ area in cui vivono. Basti pensare che in una carta geografica basata sulla popolazione, e non sulle dimensioni, un sesto del mondo sarebbe cinese mentre il Sahara praticamente non ci sarebbe». 

Quindi se si parla di malattie, povertà, denutrizione, analfabetismo, mortalità infantile continenti come l’Africa, Stati come l’India occupano gran parte del globo mentre scompaiono nella cartina dell’occupazione manageriale e della ricchezza. Qual è invece lo Stato che vanta i più alti redditi, che investe di più in ricerca e si prodiga in aiuti alimentari internazionali? Il Lussemburgo. Altre curiosità: i maggiori guasti alle linee telefoniche si verificano in Sud Asia mentre i suicidi in Lituania. I più grandi esportatori di armi? Usa, Russia e Francia. I paesi più visitati dai turisti? Francia e Spagna (un terzo del turismo mondiale).

E l’Italia?

Il nostro paese compare diverse volte nelle cartine e nelle classifiche dell’Atlante del Mondo Globale. Talvolta per meriti altre per difetti:

  • Non è una notizia che il nostro paese ha misure microscopiche quando si parla di numero nascite o di bambini e si ingigantisce quando si annoverano le persone anziane (siamo in testa alla classifica con oltre il 18% di abitanti sopra i 65 anni).
  • Oppure che siamo tra i più grandi esportatori di abbigliamento (al 5°, prima di noi Hong Kong, Taiwan);
  • E che siamo anche i primi per affluenza alle elezioni;
  • tra i primi nell’aver manifestato contro la guerra in Iraq;
  • Siamo primi nell’esportazione di macchinari e nello stesso tempo anche nell’importazione di automobili;
  • Al 5° posto nel mondo per l’uso di telefonia mobile;
  • E che l’Italia è il secondo importatore di beni di lusso (dopo gli Usa) e, al contempo, è tra i primi paesi per la disoccupazione. Paradossi italiani.

Atlante del Mondo Globale
di Daniel Dorling, Mark Newman, Anna Barford
Zanichelli 2008, 400 pagine
ISBN: 978-8808-0-6405-9, € 49,00

Disponibile in libreria e su:

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