La nuova valutazione
Come abbiamo già accennato nei post precedenti, se si lavora per competenze gli strumenti per la valutazione non possono essere gli stessi.
Infatti, le competenze, per essere verificate, hanno bisogno di essere monitorate “in corso d’opera”, richiedono cioè quelli che si chiamano “compiti di performance”. Un compito di performance consente all’insegnante di osservare la competenza “in azione”, è una prova di processo, non di prodotto come invece sono le prove tradizionali.
Nella scuola italiana, oggi, esistono soprattutto due approcci alla valutazione.
Il primo, più diffuso nelle discipline di area umanistica, propende per l’interrogazione orale e, nel caso dello scritto, per le domande a risposta aperta.
La motivazione addotta, in questo caso, è che solo così si può apprezzare la capacità del ragazzo di argomentare, se ne può verificare la capacità di usare in modo personale i contenuti appresi.
Sicuramente siamo più vicini alla logica della valutazione delle competenze di quanto non si sia nel secondo approccio, cui faremo cenno tra poco.
Il problema è che solitamente questo tipo di prove – l’orale e la domanda a risposta aperta – non prevedono (e provvedono) un rigoroso sistema di misurazione. Così lo spazio per l’estemporaneità del giudizio emerge.
Il secondo approccio corregge sicuramente questo limite.
Esso consiste nell’adozione di prove oggettive, ovvero di strumenti di verifica che si basano sulla misurazione oggettiva e rigorosa della prestazione. È il caso delle prove a riempimento, delle domande a risposta multipla, dei test basati su domande vero/falso: si tratta di tipologie di prove in cui (a patto che siano costruite senza errori, e questo spesso non succede) la misurazione dei risultati è oggettiva.
Questo le rende comparabili e, nel parere di chi le adotta, più eque nella misura in cui mettono tutti gli studenti nelle stesse condizioni.
Il problema qui è un altro. Con queste prove normalmente si misura il possesso dei contenuti e, tutt’al più, si desumono dal risultato le competenze che si suppone siano state impiegate al fine di produrre il risultato.
Per misurare le competenze occorre allora un cambio di paradigma.
Tale cambio di paradigma è suggerito da quello che viene normalmente definito New Assessment, nuova valutazione.
Di cosa si tratta?
Si tratta di un approccio alla valutazione convinto che, per essere efficace, la valutazione debba misurare non il risultato della memorizzazione o la capacità del ragazzo di applicare una regola, ma la sua competenza. Nel fare ciò, la Nuova Valutazione si lascia alle spalle la docimologia tradizionale riconoscendosi nella proposta di Gardner quando propone all’insegnante di sottoporre le prove che sta preparando alla prova di cinque caratteristiche che secondo lui una buona prova dovrebbe avere.
1. Ricavare informazioni da performance ordinarie
2. Semplicità, naturalità
3. Validità ecologica (usare strumenti “imparziali”)
4. Multidimensionale (attivare più intelligenze)
5. Sensibile alle differenze individuali
6. Usare materiali interessanti e motivanti
Vi invito a fare un test su una delle vostre verifiche…
buonasera
data la rozzezza delle mie conoscenze (competenze?) in materia, prima di raccogliere l'invito ho bisogno di capire che cosa si intende con le espressioni "performance ordinarie" e "validità ecologica". faccio fatica anche a percepire in modo oggettivo quali intelligenze la mia prova sia in grado di attivare di volta in volta.
c'è speranza?
grazie, Silvia Odone
liceo scientifico Galilei, Caravaggio
Mi dispiace contraddire i termini. Io parlerei di OLD ASSESSMENT. Rischiamo di perderci nel vero significato delle parole. Non dobbiamo mischiare termini inglesi con quelli italiani. Cerchiamo di dare un ordine ai vari concetti. Se per assessment intendiamo misurazione, allora attraverso l'assegnazione di valori numerici, possiamo accertare, misurare con esattezza e obiettività quanto è stato appreso. Tuttavia, i valori numerici della misurazione non possono essere usati automaticamente come voto-valutazione. Le stesse misure numeriche assumono valori diversi in situazioni diverse. Una volta apprese le tecniche di misurazione adeguate, la misurazione oggettiva è facile, mentre l'attribuzione di valori a questi numeri è sempre difficile. La valutazione non può prescindere dalla misurazione ma neanche può esaurirsi in essa: deve utilizzarla come strumento.