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 Le responsabilità umane nell’incidente di Fukushima

La causa scatenante dell’incidente nucleare di Fukushima è stata naturale: un violentissimo terremoto, seguito da uno tsunami (maremoto) con onde altissime.

Ma nell’incidente di Fukushima – come in quelli verificatisi nel 1979 a Three Mile Island in Pennsylvania (USA)  e nel 1986 a Chernobyl in Ucraina (URSS) – sono state determinanti le responsabilità umane.

Anzitutto la scelta di costruire una centrale nucleare in una zona costiera soggetta a tsunami, per di più senza adeguate protezioni.

La società Tepco (Tokyo Electric Power Company), proprietaria dell’impianto, e le autorità giapponesi  hanno sottovalutato la forza che può avere uno tsunami, nonostante il fenomeno sia ben noto in Giappone.

La centrale nucleare è stata costruita su una costa alta appena 4 metri sul livello del mare, e protetta da dighe frangiflutti alte poco più di 5 metri, adatte a fronteggiare un tifone, non uno tsunami.

Quando le onde di maremoto alte più di 10 metri hanno investito la costa, i reattori nucleari della centrale sono stati sommersi.

I sistemi di sicurezza si sono rivelati a questo punto insufficienti. Le pompe hanno smesso di funzionare, bloccando il raffreddamento dei reattori, e i dispositivi di riserva non sono entrati in funzione. Successive indagini hanno appurato gravi mancanze nel controllo e nella manutenzione di tali sistemi.

Secondo quanto ammesso dagli stessi responsabili della Tepco, le valvole della temperatura di un reattore, ad esempio, non erano state esaminate per 11 anni, mentre altre verifiche, presentate come accurate, erano approssimative: 33 pezzi dei reattori non erano stati revisionati.

Inoltre, secondo il giornale statunitense «Wall Street Journal», la Tepco avrebbe consapevolmente rallentato gli interventi per raffreddare con acqua di mare i reattori dov’era in corso la fu-sione del nocciolo. L’uso di acqua marina può abbassare la temperatura dei reattori, riducendo i rischi di ulteriori esplosioni e fughe radioattive. Allo stesso tempo, però, danneggia i reattori rendendoli inservibili: cosa che la Tepco ha cercato fino all’ultimo di evitare per non subire un’ulteriore perdita economica.

Responsabilità vi sono anche da parte del Governo giapponese e dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che hanno cercato in diversi modi di sminuire la gravità dell’incidente nucleare. 

reattore nucleare dopo l'incidente

Il reattore nucleare n. 3 di Fukushima dopo l’incidente.