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 La mente abituata

Massimo Turatto

La mente abituata

Perché le cose smettono di interessarci
ottobre 2021

Il rumore della pioggia di un temporale improvviso ci distrae, ma dopo poco non lo sentiamo più. Ci invaghiamo di una persona, ma con il passare del tempo perdiamo interesse. Dopo mesi di bollettini medici quotidiani, l’ennesimo annuncio sui numeri della pandemia ci lascia quasi indifferenti.
Che cosa è successo? Siamo caduti nell’abituazione: la ripetizione dello stesso stimolo o della stessa situazione non ci fa più effetto e smettiamo di rispondere.

L’abituazione riflette un meccanismo automatico, presente in tutti gli animali, che permette di ignorare gli stimoli ripetitivi irrilevanti, ma che a volte può ridurre il nostro interesse anche nei confronti di stimoli importanti.
Una forma di apprendimento basilare che può avere conseguenze inattese nella nostra vita: nei legami affettivi, nel rapporto con il cibo, nella risposta a farmaci e stupefacenti, nella nostra capacità di reagire emotivamente a notizie drammatiche ripetute.
Non possiamo controllare l’abituazione, perché non dipende dalla nostra volontà, ma sapere che cos’è e come agisce può aiutarci a tenerla a bada e a imparare ad avere cura di tutto ciò che ci è caro.

Massimo Turatto

Massimo Turatto è Professore di Psicologia sperimentale presso il Center for Mind/Brain Sciences dell’Università degli Studi di Trento, coordina la scuola di dottorato in Cognitive and Brain Sciences.
I suoi interessi di ricerca riguardano l’attenzione, l’abituazione e la motivazione, temi sui quali ha pubblicato numerosi articoli su riviste scientifiche internazionali. In particolare, il suo recente lavoro si è concentrato sul tema dell’abituazione della cattura dell’attenzione, cioè sui meccanismi mentali e cerebrali dedicati al controllo della distrazione.

 

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