, , ,

 Un esempio

In questa pagina trovi un elaborato-tipo.
 
Testo
 
Quando le macchine imbrogliano
È stata una giornata lunga, calda e difficile trascorsa in ufficio. Senti il bisogno di dare il via a una sequenza di comportamenti verso la risposta-meta di bere un delizioso bicchiere freddo della tua soda preferita alla macchina distributrice posta lì all’angolo. Passi attraverso tutte le fasi della sequenza comportamentale: alzarsi, chiedere ai colleghi di cambiarti la moneta, andare verso la macchina, deporre i tuoi soldi, ascoltare il ronzio e il rimescolio dentro la macchina e attendere infine il bicchiere. E poi nulla. La macchina ti ha imbrogliato: ha interferito con il verificarsi della risposta-meta, provocata dalla sete, di bere al momento conclusivo della sequenza di comportamenti. Ciò è esattamente quanto gli psicologi di Yale hanno definito frustrazione. La reazione inevitabile a tale frustrazione, secondo quanto essi hanno teorizzato, è l’aggressione definita come qualsiasi “sequenza di comportamento la cui risposta-meta è l’offesa della persona cui è diretta”. Tale aggressività può assumere una varietà di forme (pensieri, parole, atti) e può anche essere spostata, dall’agente frustrante, su un innocente che ti sta vicino o su un oggetto inanimato. La macchina distributrice di soda che imbroglia, in un certo senso, è tutte queste cose, e molto probabilmente la prenderemo a calci dopo che ci avrà frustrato.
La teoria della frustrazione-aggressività nella sua prima forma sosteneva che tutte le aggressioni sono conseguenza della frustrazione e che ciascuna frustrazione conduce inevitabilmente a un qualche tipo di aggressione. Ma che dire circa gli “aggressori” professionisti della macchina per soda non frustrati, che manomettono le macchine per rubare? Gli psicologi di Yale hanno escluso in specifico tali casi di “aggressione strumentale”, in cui una forma appresa di aggressività viene usata attivamente e deliberatamente (non in modo reattivo o su base emozionale) per qualche altro scopo.
Tuttavia, la distinzione fra frustrazione-indotta e aggressione strumentale non è facile. Se definiamo strumentale un’attività per sua natura funzionale, diretta-alla-meta, abbiamo difficoltà ad escludere quei casi di aggressione indotta da frustrazione con funzione di smuovere o distruggere gli ostacoli che impediscono le nostre risposte-meta. Il nostro calciare e colpire la macchina per la soda può essere motivato in qualche misura dal nostro desiderio di far andare di nuovo la macchina per avere la nostra bevanda. In questi casi è molto difficile stabilire in che misura l’azione aggressiva è una semplice reazione alla frustrazione o viene impiegata (più o meno deliberatamente) in via strumentale. Se utilizziamo il concetto di intenzionalità della aggressività strumentale come criterio discriminante, non possiamo fare nulla di meglio, dal momento che gli psicologi che si occupano del problema dell’aggressività si sono sforzati invano di definire e misurare empiricamente l’aggressività intenzionale rispetto a quella non intenzionale.
È altrettanto problematico distinguere fra aggressione strumentale e indotta da frustrazione a seconda che il comportamento aggressivo sembri appreso o meno, dato che non si può escludere che, almeno in una qualche misura, l’aggressione sia una reazione appresa nei confronti della frustrazione. Ad esempio, i primi critici della teoria F-A sottolinearono che l’aggressività non sembra essere una tipica risposta alla frustrazione in tutte le culture e che questa ipotetica reazione potrebbe essere il risultato di uno specifico apprendimento culturale. È ugualmente possibile naturalmente che l’aggressività sia la risposta “naturale” alla frustrazione e che la gente in alcune culture apprenda l’uso di modalità alternative di risposta. È comunque difficile negare che molti tipi di risposta aggressiva alla frustrazione siano stati acquisiti in qualche processo di apprendimento, come nel caso dell’uso di gesti osceni!
Ne consegue che, poiché è molto difficile determinare in che misura uno specifico atto di aggressione è appreso o meno, e in che misura serve ad altre funzioni o a scopi strumentali, la distinzione fra aggressione indotta da frustrazione e aggressione strumentale è piuttosto inutile. Naturalmente, questo problema riduce ampiamente l’utilità dell’ipotesi F-A, dal momento che, per definizione, essa si applica solamente all’aggressione indotta da frustrazione.
L’ipotesi originaria secondo la quale l’aggressione segue necessariamente alla frustrazione è altrettanto problematica: molti critici hanno sottolineato che non è così. La frustrazione può condurre a rassegnazione e a pa ura; l’aggressione può non realizzarsi perché uno ha imparato a reagire razionalmente alle frustrazioni. Possiamo non calciare la macchina per la soda perché qualcuno ci sta guardando e abbiamo paura di fare una brutta figura o perché abbiamo paura di farci male al piede! Appena due anni dopo la sua formulazione, uno degli autori della teoria, Neal Miller, riconobbe che l’aggressività è solo una delle numerose risposte possibili alla frustrazione.
 
K. Scherer, R. Abeles, C. Fischer, Aggressività umana e conflitto, Zanichelli, Bologna 1981, pp. 62-64.
 
 
Elaborazione

 
 
1 -3. Suddivisione in paragrafi, titolazione, individuazione delle parole ed espressioni chiave
 
I paragrafo
Titolo: La natura della frustrazione: un esempio
 
È stata una giornata lunga, calda e difficile trascorsa in ufficio. Senti il bisogno di dare il via a una sequenza di comportamenti verso la risposta-meta di bere un delizioso bicchiere freddo della tua soda preferita alla macchina distributrice posta lì all’angolo. Passi attraverso tutte le fasi della sequenza comportamentale: alzarsi, chiedere ai colleghi di cambiarti la moneta, andare verso la macchina, deporre i tuoi soldi, ascoltare il ronzio e il rimescolio dentro la macchina e attendere infine il bicchiere. E poi nulla. La macchina ti ha imbrogliato: ha interferito con il verificarsi della risposta-meta, provocata dalla sete, di bere al momento conclusivo della sequenza di comportamenti. Ciò è esattamente quanto gli psicologi di Yale hanno definito frustrazione. La reazione inevitabile a tale frustrazione, secondo quanto essi hanno teorizzato, è l’aggressione definita come qualsiasi “sequenza di comportamento la cui risposta-meta è l’offesa della persona cui è diretta”. Tale aggressività può assumere una varietà di forme (pensieri, parole, atti) e può anche essere spostata, dall’agente frustrante, su un innocente che ti sta vicino o su un oggetto inanimato. La macchina distributrice di soda che imbroglia, in un certo senso, è tutte queste cose, e molto probabilmente la prenderemo a calci dopo che ci avrà frustrato.
 
II paragrafo
Titolo: La teoria della frustrazione-aggressività
 
La teoria della frustrazione-aggressività nella sua prima forma sosteneva che tutte le aggressioni sono conseguenza della frustrazione e che ciascuna frustrazione conduce inevitabilmente a un qualche tipo di aggressione. Ma che dire circa gli “aggressori” professionisti della macchina per soda non frustrati, che manomettono le macchine per rubare? Gli psicologi di Yale hanno escluso in specifico tali casi di “aggressione strumentale”, in cui una forma appresa di aggressività viene usata attivamente e deliberatamente (non in modo reattivo o su base emozionale) per qualche altro scopo.
 
III paragrafo
Titolo: Frustrazione indotta e aggressione strumentale: una distinzione difficile
 
Tuttavia, la distinzione fra frustrazione indotta e aggressione strumentale non è facile. Se definiamo strumentale un’attività per sua natura funzionale, diretta-alla-meta, abbiamo difficoltà ad escludere quei casi di aggressione indotta da frustrazione con funzione di smuovere o distruggere gli ostacoli che impediscono le nostre risposte-meta. Il nostro calciare e colpire la macchina per la soda può essere motivato in qualche misura dal nostro desiderio di far andare di nuovo la macchina per avere la nostra bevanda. In questi casi è molto difficile stabilire in che misura l’azione aggressiva è una semplice reazione alla frustrazione o viene impiegata (più o meno deliberatamente) in via strumentale. Se utilizziamo il concetto di intenzionalità della aggressività strumentale come criterio discriminante, non possiamo fare nulla di meglio, dal momento che gli psicologi che si occupano del problema dell’aggressività si sono sforzati invano di definire e misurare empiricamente l’aggressività intenzionale rispetto a quella non intenzionale.
 
IV paragrafo
Titolo: L’aggressione come reazione appresa?
 
È altrettanto problematico distinguere fra aggressione strumentale e indotta da frustrazione a seconda che il comportamento aggressivo sembri appreso o meno, dato che non si può escludere che, almeno in una qualche misura, l’aggressione sia una reazione appresa nei confronti della frustrazione. Ad esempio, i primi critici della teoria F-A sottolinearono che l’aggressività non sembra essere una tipica risposta alla frustrazione in tutte le culture e che questa ipotetica reazione potrebbe essere il risultato di uno specifico apprendimento culturale. È ugualmente possibile naturalmente che l’aggressività sia la risposta “naturale” alla frustrazione e che la gente in alcune culture apprenda l’uso di modalità alternative di risposta. È comunque difficile negare che molti tipi di risposta aggressiva alla frustrazione siano stati acquisiti in qualche processo di apprendimento, come nel caso dell’uso di gesti osceni!
 
V paragrafo
Titolo: L’’ipotesi F-A è davvero utile?
 
Ne consegue che, poiché è molto difficile determinare in che misura uno specifico atto di aggressione è appreso o meno, e in che misura serve ad altre funzioni o a scopi strumentali, la distinzione fra aggressione indotta da frustrazione e aggressione strumentale è piuttosto inutile. Naturalmente, questo problema riduce ampiamente l’utilità dell’ipotesi F-A, dal momento che, per definizione, essa si applica solamente all’aggressione indotta da frustrazione.
 
VI paragrafo
Titolo: L’ipotesi F-A può essere contraddetta?
 
L’ipotesi originaria secondo la quale l’aggressione segue necessariamente alla frustrazione è altrettanto problematica: molti critici hanno sottolineato che non è così. La frustrazione può condurre a rassegnazione e a paura; l’aggressione può non realizzarsi perché uno ha imparato a reagire razionalmente alle frustrazioni. Possiamo non calciare la macchina per la soda perché qualcuno ci sta guardando e abbiamo paura di fare una brutta figura o perché abbiamo paura di farci male al piede! Appena due anni dopo la sua formulazione, uno degli autori della teoria, Neal Miller, riconobbe che l’aggressività è solo una delle numerose risposte possibili alla frustrazione.
 
 
4. Spiegazione di parole ed espressioni chiave
 
risposta-meta = comportamento che ha come obiettivo la soddisfazione di un bisogno;
 
frustrazione = stato di un organismo quando qualcosa interferisce con il verificarsi di una risposta-meta;
 
aggressione = “qualsiasi sequenza di comportamento la cui risposta-meta è l’offesa“
 
agente frustrante = ciò che induce frustrazione;
 
teoria della frustrazione-aggressività = ipotesi secondo la quale “tutte le aggressioni sono conseguenza della frustrazione e che ciascuna frustrazione conduce inevitabilmente a un qualche tipo di aggressione”;
aggressione strumentale = situazione in cui una forma appresa di aggressività viene usata deliberatamente per raggiungere qualche altro scopo;
 
intenzionalità = volontà consapevole sottostante alla realizzazione di un determinato comportamento;
 
apprendimento culturale = ciò che gli individui apprendono socialmente all’interno di una data comunità umana.
 
 
5. Descrizione degli argomenti centrali di ciascun paragrafo
 
I paragrafo
Titolo: La natura della frustrazione: un esempio
 
Il mancato raggiungimento di un obiettivo provoca in noi frustrazione. La reazione inevitabile a tale frustrazione, secondo quanto hanno teorizzato gli psicologi di Yale, è l’aggressione definita come qualsiasi “sequenza di comportamento la cui risposta-meta è l’offesa della persona cui è diretta”.
 
II paragrafo
Titolo: La teoria della frustrazione-aggressività
 
La teoria della frustrazione-aggressività nella sua prima forma sosteneva che tutte le aggressioni sono conseguenza della frustrazione e che ciascuna frustrazione conduce inevitabilmente a un qualche tipo di aggressione. Ma che dire circa gli “aggressori” professionisti? Gli psicologi di Yale hanno escluso in specifico tali casi di “aggressione strumentale.
 
III paragrafo
Titolo: Frustrazione indotta e aggressione strumentale: una distinzione difficile
 
Tuttavia, la distinzione fra frustrazione indotta e aggressione strumentale non è facile. Se definiamo strumentale un’attività per sua natura funzionale, diretta-alla-meta, abbiamo difficoltà ad escludere quei casi di aggressione indotta da frustrazione con funzione di smuovere o distruggere gli ostacoli che impediscono le nostre risposte-meta.
 
IV paragrafo
Titolo: L’aggressione come reazione appresa?
 
È altrettanto problematico distinguere fra aggressione strumentale e indotta da frustrazione a seconda che il comportamento aggressivo sembri appreso o meno, dato che non si può escludere che, almeno in una qualche misura, l’aggressione sia una reazione appresa nei confronti della frustrazione.
 
V paragrafo
Titolo: L’’ipotesi F-A è davvero utile?
 
La distinzione fra aggressione indotta da frustrazione e aggressione strumentale è dunque piuttosto inutile: questo riduce ampiamente l’utilità dell’ipotesi F-A.
 
VI paragrafo
Titolo: L’ipotesi F-A può essere contraddetta?
 
L’ipotesi originaria secondo la quale l’aggressione segue necessariamente alla frustrazione è altrettanto problematica: la frustrazione può condurre a rassegnazione e a paura, oppure l’aggressione può non realizzarsi perché uno ha imparato a reagire razionalmente alle frustrazioni.
 

 
6. Sintesi dei contenuti (come “abstract” del testo)
 
Il mancato raggiungimento di un obiettivo provoca in noi frustrazione. La reazione inevitabile a tale frustrazione, secondo quanto gli psicologi della scuola di Yale hanno teorizzato, è l’aggressione definita come qualsiasi “sequenza di comportamento la cui risposta-meta è l’offesa della persona cui è diretta”.
La teoria della frustrazione-aggressività nella sua prima forma sosteneva che tutte le aggressioni sono conseguenza della frustrazione e che ciascuna frustrazione conduce inevitabilmente a un qualche tipo di aggressione. Ma gli psicologi di Yale hanno escluso a questo riguardo i casi di aggressione strumentale.
Tuttavia, la distinzione fra aggressione indotta da frustrazione e aggressione strumentale non è facile, ed è altrettanto problematico effettuare questa distinzione a seconda che il comportamento aggressivo sembri appreso o meno. Questa difficoltà di distinzione riduce ampiamente l’utilità dell’ipotesi F-A; debole risulta anche la concezione per cui l’aggressione segue necessariamente alla frustrazione: non sempre, infatti reagiamo alla frustrazione con aggressività.