La
duplicazione del DNA in vitro
Una
volta identificati i singoli componenti della reazione risulta
conveniente, dove possibile, purificarli e aggiungerli separatamente,
allestendo un sistema totalmente acellulare, come avviene per
la duplicazione del DNA.
I
dettagli molecolari del meccanismo che porta alla duplicazione
di una molecola di DNA sono stati originariamente studiati con
l'ausilio degli estratti cellulari.
Il
progresso nella comprensione del processo ha reso possibile riprodurre
in vitro la reazione unendo in un'unica provetta i soli
componenti essenziali: il DNA che si vuole duplicare e che funge
da stampo, l'oligonucleotide
complementare al DNA stampo, che funge da primer,
i quattro deossiribonucleotidi
e l'enzima DNA polimerasi.
Una breve incubazione (10 minuti circa) a 37°C è sufficiente
per portare a termine la reazione.
La
duplicazione del DNA in vitro trova una serie di importanti
applicazioni in biologia molecolare: PCR,
sintesi di DNA marcato, sequenziamento
del DNA.
Se si devono
produrre grandi quantità di RNA
o di proteine, per uso industriale
o farmaceutico, è necessario introdurre i geni
che interessano in cellule vive che hanno una grande efficienza
metabolica,
quali per esempio batteri
o lieviti, che trascrivono
e traducono autonomamente i segmenti di DNA che hanno incorporato.
Questi metodi
sono noti come tecnologia del DNA ricombinante: una tecnologia
che sfrutta l'unione di segmenti di DNA provenienti da due fonti
diverse (per esempio batterico e umano) per ottenere cellule con
caratteristiche nuove ed eventualmente capaci di produrre sostanza
nuove.
La
trascrizione in vitro
La
traduzione in vitro
|