Reazioni di immunoprecipitazione

Gli anticorpi possono essere utilizzati per eseguire reazioni di immunoprecipitazione (cioè reazioni tra un antigene e un anticorpo che danno luogo alla formazione di un complesso insolubile in soluzione acquosa) che sono sfruttate in numerosi metodi biochimici e test diagnostici.

L’estratto cellulare contenente la proteina che si vuole studiare viene incubato con delle microsfere di agarosio, che sono state trattate in modo tale da esporre sulla loro superficie l’anticorpo specifico per quella proteina.

La funzione delle microsfere è duplice. Esse forniscono un supporto solido, facilmente separabile dalle proteine che non hanno interagito con l’anticorpo e che rimangono quindi nel surnatante. D’altro canto le microsfere hanno anche la funzione di esporre l’anticorpo all’interazione con la sua proteina specifica in una corretta disposizione spaziale: ciò avviene perché l’anticorpo non è immobilizzato direttamente sulle microsfere di agarosio, ma è legato tramite la proteina A di un batterio, Staphylococcus aureus, che fa da ponte fra le microsfere di agarosio e l’anticorpo.

Dopo 30 minuti di incubazione le microsfere vengono lavate più volte per eliminare le proteine legate in modo non specifico. Questa è la tecnica più semplice per separare le proteine, ma può essere applicata solo se la quantità di materiale da trattare è piccola.

Il Western blotting

ELISA