La frammentazione
del DNA e le nucleasi di restrizione
Il DNA
ottenuto tramite estrazione chimica non può essere utilizzato
direttamente in quanto si tratta di una molecola estremamente
lunga. Deve essere in qualche modo frammentato per consentirne
l’analisi molecolare. Ma come frammentarlo in maniera specifica
e controllata?
La soluzione
a questo problema iniziò a emergere nella seconda metà
degli anni 1960 con la scoperta delle nucleasi di restrizione.
Questi enzimi, che vengono
purificati dai batteri, sono
in grado di tagliare il DNA a doppia elica in corrispondenza di
siti specifici, chiamati siti di restrizione, definiti
da una particolare sequenza di nucleotidi.

Molti batteri
producono nucleasi di restrizione con lo scopo di proteggere la
cellula dai virus attraverso
la frammentazione del DNA virale. Il DNA del batterio è
protetto dalla degradazione per mezzo della metilazione delle
basi azotate A e C: l’aggiunta del gruppo metile –CH3
modifica la forma del nucleotide,
così che le sequenze non risultano accessibili alla maggior
parte degli enzimi di restrizione, e si evita l’auto-digestione
del patrimonio genetico.
Differenti
specie batteriche producono nucleasi di restrizione con diverse
specificità di sequenza. È relativamente semplice
creare un frammento di DNA che contiene un particolare gene:
è sufficiente tagliarlo con un enzima che riconosca sequenze
che si trovano alle estremità e non nella zona centrale
del gene.
Che
cosa mettiamo nella provetta?
Applicazioni
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