Chimica verde 5.0
Chimica verde 5.0
Umanità, natura e tecnologia alleate nella lotta al riscaldamento globale
Seconda edizione
La chimica che ci serve per la nuova rivoluzione industriale deve trainare il pianeta lontano dal baratro della crisi climatica. Un cambiamento epocale che non riduca il nostro benessere e che, anzi, contrasti le disuguaglianze.
Sostenibile, centrata sull’essere umano e resiliente: è quella che l’Unione europea chiama industria 5.0. Al suo cuore ci sarà la chimica 5.0: un metodo e una sfida a minimizzare i rifiuti, incluso il diossido di carbonio, e trarne il massimo valore col minor danno ambientale possibile.
La chimica verde 5.0 crea nuovi processi produttivi che integrano tra loro diverse tecnologie: batteri ingegnerizzati che metabolizzano il CO2 e ne ricavano preziose molecole, bioraffinerie che trasformano rifiuti agricoli e urbani in plastica, combustibili ed elettricità rinnovabili, fotosintesi artificiale che sfrutta la luce del Sole per produrre composti utili a partire da acqua e CO2.
Ma dobbiamo fare in fretta. La crisi climatica colpisce come quella economica, eppure la politica spesso fatica a cogliere l’urgenza degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Come la chimica e l’industria, anche la nostra società deve prepararsi a cambiare passo.
Guido Saracco, ingegnere chimico, da marzo 2018 a marzo 2024 è stato rettore del Politecnico di Torino. È anche stato direttore del Centro per le Tecnologie Future Sostenibili dell’Istituto Italiano di Tecnologia, nato nel 2016 dopo gli accordi della Conferenza delle Parti sul clima di Parigi.
Socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino dal 2015, focalizza la propria attività di ricerca nell’area della fotochimica, della catalisi e della chimica verde, con oltre 500 pubblicazioni all’attivo.
È curatore del festival Biennale Tecnologia, che riflette sulle mutue relazioni tra tecnologia e umanità. Su questi temi ha iniziato un’intensa attività di divulgazione scientifica attraverso social network, conferenze e libri.