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Ci sono quasi sette miliardi di smartphone nel mondo, e ognuno è migliaia di volte più potente dei computer che ci portarono sulla Luna.
Sono il simbolo più tangibile di una rivoluzione cominciata decenni fa nell’immaginazione degli scienziati che ¢ proseguita nei laboratori di tutti il mondo: la rivoluzione delle nanotecnologie.

Abbiamo imparato a costruire oggetti manipolando atomi e molecole.
Mentre stiamo raggiungendo i limiti della miniaturizzazione dei circuiti elettronici, usiamo i punti quantici per fabbricare televisori e lampadine più efficienti. Con le nanoparticelle otteniamo superfici che si «mangiano» I’inquinamento, alimentate dalla luce del Sole.
Useremo il grafene per migliorare le nostre batterie, diagnosticheremo malattie in laboratori costruiti su chip di pochi centimetri quadrati.

Capiremo come per i ricercatori i successi sono importanti quanto i fallimenti, perché trasformare una scoperta scientifica in tecnologia è come camminare in un campo minato di imprevisti.

Sapere come funzionano e cosa promettono le nanotecnologie del futuro è indispensabile per capire come possono migliorare la nostra vita, ridurre i nostri bisogni, mitigare le disuguaglianze.

Gianfranco Pacchioni, professore ordinario di chimica dei materiali presso l’Università Milano Bicocca, si occupa di teoria quantistica della materia, con particolare riferimento a materiali inorganici, cluster metallici e nanoparticelle, catalisi e fotocatalisi.
Per le sue ricerche ha ricevuto la medaglia Nasini (1994) e la medaglia Pisani (2017) della Società Chimica Italiana, il Premio Nazionale Federchimica (1996), l’Humboldt Research Award (2005), la medaglia Pascal della European Academy of Sciences (2016).
È membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia Europea, della European Academy of Sciences, e dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere.
Ha pubblicato alcuni volumi di divulgazione scientifica. Per Zanichelli ha scritto Idee per diventare scienziato dei materiali: dall’invenzione della carta alle nanotecnologie (2006) e Quanto è piccolo il mondo: sorprese e speranze dalle nanotecnologie (2008).