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  Riduzione del numero dei Parlamentari: Sì al referendum. Alle urne il 29 marzo

L’Ufficio centrale per il referendum ha dichiarato legittimo il referendum costituzionale sulla riforma del taglio dei Parlamentari. Sarà il quarto referendum costituzionale della storia della Repubblica. È il momento giusto per richiamare le differenze rispetto al referendum abrogativo: anche in questo caso il Sì e il NO sono “invertiti” rispetto al quesito? È previsto un quorum?

Nell’ottobre del 2019 il Parlamento approvava la riforma sulla riduzione del numero dei parlamentari.
Poiché in seconda deliberazione la riforma aveva ottenuto la maggioranza dei 2/3 solo alla Camera ma non al Senato, un gruppo di senatori ha deciso di avvalersi della possibilità che l’art. 138 Cost. prevede in questi casi: sottoporre la riforma a referendum costituzionale.
La legge 352 del 1970 prevede che la richiesta di referendum costituzionale sia presentata all’Ufficio centrale per i referendum, istituito presso la Corte di cassazione, che deve valutare la sua legittimità entro 30 giorni. Il controllo che fa questo Ufficio è un controllo formale, e riguarda ad esempio il numero e la veridicità delle sottoscrizioni. Il 23 gennaio 2020 l’Ufficio centrale per il referendum ha dichiarato l’ammissibilità della richiesta di referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari, che si svolgerà il 29 marzo 2020.

Attenzione! Seppure abbiano in parte lo stesso nome, il referendum costituzionale disciplinato dall’art. 138 Cost. è molto diverso dal referendum abrogativo disciplinato dall’art. 75 Cost.

  • Con il referendum abrogativo viene chiesto ai cittadini se vogliono abrogare una legge (e infatti i cittadini dovranno votare SI se intendono abrogare la legge e NO se invece intendono mantenerla in vita); il referendum è valido se va a votare il 50% + 1 degli aventi diritto.
  • Con il referendum costituzionale ai cittadini viene chiesto se vogliono approvare una legge di revisione costituzionale già approvata dal Parlamento (e infatti i cittadini risponderanno ‘SI’ se intendono approvarla e ‘NO’ se invece intendono rigettarla); il referendum costituzionale non prevede alcun quorum strutturale, perciò sarà valido indipendentemente dal numero di persone che andrà a votare (anche se, per ipotesi, dovessero andare a votare solo tre persone in tutta Italia).
    Se dunque i SI saranno più dei NO, il referendum si intenderà approvato e dunque la legge di revisione costituzionale sarà promulgata e la riforma verrà approvata definitivamente. Se invece dovessero vincere i NO, la legge di revisione costituzionale non verrà promulgata e la riforma non entrerà mai in vigore.

Quello sul taglio dei parlamentari sarà il quarto referendum costituzionale della storia della Repubblica, l’ultimo è stato nel dicembre del 2016, quando i NO prevalsero sui SI e dunque la riforma non fu portata a compimento.

 

Fonti per approfondire:

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Monti-Faenza, Res publica 4ed, p. 221
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 2, p. 62 e ss.
  • Ronchetti, Diritto ed economica politica 4ed, vol. 3, p. 122 e ss.

 

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