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  L’impatto del Coronavirus sul turismo italiano

Non c’è telegiornale, radio o giornale che non si apra con la notizia del momento: la diffusione in Italia del coronavirus.
Alle preoccupazioni di carattere medico-sanitario si affiancano quelle relative all’impatto del virus sul comparto turistico e industriale.
Il 24 febbraio 2020 è stato diffuso un comunicato stampa dalla Federconsumatori Confindustria, indirizzato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, col quale la Vicepresidente Marina Lalli ha chiesto lo stato di crisi per il settore turistico.

Il turismo rappresenta un tassello fondamentale dell’economia italiana costituendo circa il 13% del PIL nazionale, con oltre 4 milioni di lavoratori.
Dopo i primi giorni di contagio è già stata stimata una perdita per almeno 5 miliardi di euro. Stima che, peraltro, risulta ancora provvisoria e parziale data l’evoluzione costante del fenomeno.
Questa stima ha considerato le migliaia di cancellazioni avvenute nell’ultima settimana (a Venezia, per esempio, l’annullamento del Carnevale ha provocato circa il 40% di disdette), oltre alle mancate prenotazioni riguardanti il secondo trimestre 2020 (festività pasquali e ponti primaverili).

Per riuscire a comprendere meglio la portata di questo disastro annunciato, basti pensare al fatto che la sola cancellazione delle gite scolastiche comporterà una perdita pari a 316 milioni di euro.
Questo impatto si ripercuote poi necessariamente su tutti i settori del comparto: strutture ricettive, ristoranti, bar, tour operator, trasporti, fiere per operatori di settore, attività commerciali.

I calcoli di RaboResearch stimano che un calo dei turisti cinesi del 25% potrebbe diminuire la crescita del Pil di circa 0,1 punti percentuali. L’impatto potrebbe essere anche leggermente superiore se si considera che i turisti cinesi spendono relativamente più di altri turisti.

Per quanto riguarda il commercio, circa il 3% del valore dell’export di beni italiani va direttamente in Cina e circa il 7% va ad altri paesi asiatici che saranno duramente colpiti dal rallentamento della Cina.
A causa del blocco, anche le importazioni di merci cinesi sono ostacolate. Questo potrebbe danneggiare le vendite dei negozi al dettaglio che vendono beni di consumo cinesi e, più importante, la produzione industriale nazionale che dipende dai beni intermedi cinesi.

La Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise ha dichiarato la necessità di assumere interventi straordinari da parte del Ministero dello sviluppo economico, quali ad esempio la sospensione dei versamenti tributari e contributivi, nonché dei pagamenti delle rate dei mutui bancari e delle bollette; accesso agevolato al credito; attivazione degli ammortizzatori sociali.

Solo un mese fa era stato presentato il nuovo, ambizioso piano annuale del turismo italiano, ad opera del MIBACT ed ENIT (Agenzia nazionale del turismo). Considerati i grandi traguardi del 2019 in cui era stato registrato un incremento del 4,4% di turisti stranieri, il piano 2020 si rivolgeva, tra l’altro, ai mercati in rapida crescita quali l’Asia e in particolare la Cina, con il target dei giovani ad alta capacità di spesa.
Un obiettivo che al momento risulta, di fatto, congelato.

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 2, pp. 208-220

 

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