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  La vittoria di Apple contro la Commissione Ue

Partiamo dall’inizio: la decisione della Commissione del 2016

Il 30 agosto 2016 la Commissione Europea, con la decisione (UE) 2017/1283, aveva stabilito che l’Irlanda dovesse recuperare 13 miliardi di euro di imposte fiscali ad Apple.
Motivo della decisione era che, ad avviso della Commissione, Apple aveva beneficiato di aiuti di Stato illegali.
L’indagine di Bruxelles era stata avviata nel 2013 e si era concentrata sul trattamento fiscale ottenuto da Apple tra il 2003 e il 2014.
La Commissione aveva accusato Dublino di aver concesso un trattamento preferenziale ad Apple, permettendo al gruppo di pagare un’aliquota inferiore all’1% sui profitti realizzati in Europa (per scendere allo 0,005% nel 2014).
In particolare, secondo la Commissione, Apple aveva ricondotto in Irlanda l’insieme dei ricavi realizzati in Europa, Africa, Medio Oriente e India per godere di un regime fiscale favorevole concordato con il governo irlandese.
All’esito di questa indagine l’Antitrust aveva statuito che gli accordi tra Apple e il governo irlandese erano lesivi della concorrenza e tali da rappresentare un aiuto di Stato ai sensi dell’art. 107 TFUE.

 

Cosa si intende per aiuto di Stato?

Ai sensi dell’articolo 107 TFUE, sono aiuti di stato le misure di sostegno finanziario concesso attraverso risorse pubbliche tali da attribuire un vantaggio economico a talune imprese che va a incidere sulla concorrenza. Queste misure sono incompatibili con il diritto dell’Unione.
Questa norma contempla alcune deroghe. Una misura che di per sé presenta le caratteristiche di un aiuto può essere compatibile con il diritto dell’Unione se persegue obiettivi di interesse generale chiaramente definiti (art. 107, paragrafi 2 e 3, TFUE).
La disciplina si completa con l’articolo 108 TFUE che attribuisce alla Commissione un ruolo di controllo sui regimi di aiuti esistenti presso gli Stati membri (paragrafo 1) nonché di verifica dei progetti di nuovi aiuti o di modifica degli aiuti esistenti (paragrafo 3).
Qualora si riscontri un’incompatibilità dell’aiuto, la Commissione può adottare una decisione con cui viene ordinato allo Stato di sopprimere o modificare la misura. Da notare che, nel caso in cui lo Stato non si conformi alla decisione, la Commissione ha la possibilità di adire direttamente la Corte di giustizia.

 

La sentenza del Tribunale UE

La decisione della Commissione che imponeva all’Irlanda di recuperare 13 miliardi di euro da Apple è stata impugnata sia dal governo irlandese che dal colosso americano.
Tale impugnazione è stata accolta favorevolmente dalla Corte di Giustizia che ha annullato la decisione della Commissione del 2016 affermando che questa ultima non è riuscita a dimostrare che sussisteva un vantaggio fiscale ai sensi dell’art. 107, par. 1 del TFUE.
In altri termini, la Commissione non avrebbe dimostrato che gli accordi fiscali dell’Irlanda con la Apple configurassero una forma di aiuto di Stato illegale.
Questa decisione coglie in contropiede la Commissione Ue che proprio a metà luglio ha annunciato di voler intervenire per contrastare gli Stati “a fiscalità agevolata” come l’Irlanda. Una missione portata avanti particolarmente dalla commissaria europea alla concorrenza Margrethe Verstager.

 

Fonti per approfondire:

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 2, pp. 339-341
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed, vol. 3, pp. 207 e 324- 325

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