, , ,

Legenda

Novità di primaria importanza che modificano il libro di testo
Aggiornamenti importanti che integrano il libro di testo
Dati, notizie e casi interessanti per fare lezione con l'attualità

  “First Playable Fund”: il primo fondo a sostegno dei videogiochi made in Italy è realtà!

Annunciato nel corso del 2020, il 9 febbraio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il First Playable Fund (FPF), il primo fondo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) a sostegno degli operatori economici attivi nel settore dei videogiochi. La misura, inserita inizialmente nel Decreto Rilancio n. 34 del 19 maggio 2020, rappresenta un unicum nel panorama nazionale per l’intero settore dei software di intrattenimento e tenta di allineare il nostro paese agli altri dell’Eurozona.

Di cosa si tratta?

Con l’FPF vengono stanziati 4 milioni di euro a disposizione di startup innovative, software house, piccole e medie imprese (pmi) e altri operatori attivi nel mondo dei videogiochi made in italy. Il contributo a fondo perduto servirà a sostenere le spese di progettazione e pre-produzione di nuovi software, potrà coprire fino al 50% delle spese da sostenere per un importo compreso tra 10.000 e 200.000 euro. Per poter accedere al contributo bisogna soddisfare alcuni requisiti soggettivi e oggettivi. Oltre alla sede legale e operativa in Italia, occorre svolgere prevalentemente attività di edizione o produzione di software, essere iscritti nel registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente e presentare un progetto dettagliato con previsione di spesa e costi da sostenere.

L’introduzione di questa misura aveva suscitato non poche polemiche, forti anche della proposizione di un emendamento per la sua cancellazione. Nonostante si tratti di un mercato estremamente redditizio (i dati statistici parlano di un valore di 1.8 miliardi di euro nel 2019 e di una crescita costante nel corso del 2020), sul fronte dell’offerta è ancora poco sviluppato nel nostro paese. L’obiettivo del fondo, dunque, è quello di incoraggiare gli investimenti in un settore dinamico e flessibile, in crescita continua ed in grado di impiegare una vasta gamma di professionalità provenienti dal settore informatico, matematico, grafico e artistico.
Con l’introduzione di questa misura economica, il Governo punta a diminuire il gap tra l’Italia e gli altri paesi dell’Unione Europea.
Esiste un fondo di identica capienza in Francia (dal 2008) e nel Regno Unito (dal 2015); investono maggiormente la Spagna con il fondo CREA SGR con 20 milioni di dotazione e la Germania che, a partire dal 2019, ha istituito un fondo da 50 milioni all’anno per 5 anni.

Si tratta di un segnale che si unisce agli investimenti, già effettuati o prossimi, nel campo dell’industria digitale. Tra le promesse future, infatti, lo Stato si impegna a garantire maggiore efficienza digitalizzando i rapporti tra i cittadini e l’amministrazione, implementando nuovi servizi online e miglioramenti nelle infrastrutture informatiche del nostro paese. Se fondi di questo genere avranno successo, potrebbero crearsi interessanti nuove opportunità lavorative per giovani creativi.

 

Fonti per approfondire:

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Righi Bellotti – Selmi, Il mondo dell’economia, Corso di economia politica, pp. 306 ss.
  • Righi Bellotti – Selmi, Economia globale 2 ed., vol.1, pp. 301 ss.

 

Attività

A marzo 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un’iniziativa, accompagnata dall’hashtag #PlayApartPlayTogether, per promuovere l’utilizzo dei videogiochi come strumento “terapeutico” durante la pandemia, invitando gli utenti a sfruttarne le potenzialità educative e sociali. Spesso, tuttavia, un utilizzo incontrollato dei dispositivi mobile e delle console provoca dipendenza e ansia a livello sociale. Tu che ne pensi?
Prepara una presentazione su Powerpoint e discutete in classe dei pro e contro dell’utilizzo dei videogiochi.

Tag: , , , , , ,