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  La Crisi del settore turistico e gli ammortizzatori sociali: a rischio i posti di lavoro

Il settore turistico e i suoi operatori economici sono stati sicuramente tra i primi a subire le conseguenze più pesanti della pandemia. Sin dall’inizio dell’emergenza, infatti, è apparso chiaro che il settore degli spostamenti nazionali e, soprattutto, internazionali avrebbe sofferto per mesi se non anni. Nel 2020 il fatturato annuale delle imprese del turismo organizzato (tour operator, agenzie di viaggio, ecc.) ha subito perdite fino all’81% rispetto al 2019.

Gli ammortizzatori sociali introdotti per tamponare la crisi attualmente risultano inadeguati sia dal punto di vista quantitativo (il reddito netto dei percettori dei sostegni è spesso notevolmente più basso di quello che percepivano lavorando) che da quello qualitativo (i criteri di assegnazione dei sostegni si sono dimostrati poco funzionali e poco centrati sulle esigenze del turismo organizzato).

Altro fattore lamentato dal settore è la permanenza delle limitazioni agli spostamenti per motivi turistici. Fino al 25 ottobre, infatti, la normativa italiana consente di spostarsi per qualsiasi ragione solo verso i paesi delle liste “A” e “C”: si tratta di tutti i paesi dell’Unione Europea e di alcuni paesi dell’area Schengen (Islanda, Norvegia, Lichtenstein, Svizzera).

Associazioni di categoria come l’AIAV (Associazione Italiana Agenti di Viaggio) hanno aperto un dialogo con il Ministro del Turismo facendo notare come la persistenza di simili limitazioni, che altri Paesi hanno rimosso, avvantaggi la concorrenza spingendo i turisti italiani a interfacciarsi con gli operatori stranieri. Per un settore che vive prevalentemente di concorrenza internazionale, la riapertura del mercato mondiale potrebbe essere l’unica soluzione possibile.

Sul finire di ottobre termineranno le 28 settimane di sostegni pubblici previste e le imprese percettrici potrebbero avviare procedure di licenziamento collettivo. Il rischio è per circa 40.000 posti di lavoro, una cifra che è ancor più drammatica se analizzata nella sua composizione: secondo un’indagine della FTO (Federazione Turismo Organizzato) per il 70% si tratta di lavoratrici donne e per il 53% di lavoratori dipendenti con più di 10 anni di anzianità nel settore.

L’accorata richiesta dei lavoratori del turismo insiste quindi sulla necessità di rifinanziare e prolungare la durata dei sostegni messi in campo, estendere la cassa integrazione almeno fino al primo trimestre del 2022 e considerare la rimozione dei divieti di spostamento.

Attività

Associazionismo di categoria e strumenti pubblici di sostegno al reddito
Nell’articolo che hai letto vengono nominate diverse associazioni di categoria dei professionisti del settore turistico. Lavorando a coppie e con l’aiuto dell’insegnante, fate una breve ricerca (tra pe 15 e le 30 righe) sul fenomeno associativo e sul perché associazioni e sindacati abbiano storicamente giocato un ruolo fondamentale nel dialogo politico per l’ottenimento di vantaggi e strumenti di sostegno dei settori economici.

Fonti per approfondire:

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 1 pp. 338-343
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 2 pp. 208-217

 

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