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  La crisi migratoria ai confini europei

Dopo gli innumerevoli e tragici naufragi di migranti nel Mediterraneo (si pensi, da ultimo, alla notizia di 75 morti nel naufragio di un barcone partito dalla Libia), la crisi migratoria non si placa, anzi si acutizza su nuovi fronti.

 

Il contesto politico

Alle stragi nel Mediterraneo si aggiungono quelle ai confini tra la Bielorussia e la Polonia, dove migliaia di persone sono ammassate da giorni.
Sono arrivate all’attenzione internazionale le manovre del governo bielorusso, che dall’inizio dall’anno, mette in difficoltà la Polonia, la Lettonia e la Lituania sulla questione dei migranti.

In particolare, la Bielorussia garantisce un visto e un volo per Misk a migliaia di migranti provenienti da diversi Paesi del Medio Oriente (Siria, Yemen, Iraq) che si spingono ai confini di Paesi europei che, tra l’altro, hanno governi politicamente schierati contro l’accoglienza e l’integrazione.

La politica del leader bielorusso Lukashenko ha spinto diverse compagnie aeree, tra cui quella nazionale, Belavia, ad organizzare voli molto economici da città come Istanbul, Damasco e Dubai.
Grazie a queste rotte semplificate tantissime persone si stanno riversando nel paese per raggiungere il confine con l’Ue ed evitare di percorrere la lotta balcanica, molto più complicata.

L’obiettivo di Russia e Bielorussia, perseguito attraverso un ricatto sulla distribuzione e il commercio di gas naturale di cui sono i maggiori produttori ed esportatori, è quello di minare la stabilità dell’Unione.
Qualcuno ha definito questa mossa come “il più grande tentativo di destabilizzare l’Europa dopo la Guerra Fredda”.

 

Le sanzioni nei confronti della Bielorussia

Il 15 novembre il Consiglio ha modificato il suo regime di sanzioni in considerazione della situazione alla frontiera dell’UE con la Bielorussia, allo scopo di rispondere alla strumentalizzazione di esseri umani effettuata dal regime bielorusso a fini politici.
Il Consiglio ha ampliato i criteri di inserimento in elenco su cui possono basarsi le specifiche designazioni. Ciò significa che l’UE potrà ora imporre sanzioni nei confronti di persone ed entità che organizzano o contribuiscono alle attività volte a facilitare l’attraversamento illegale delle frontiere esterne dell’UE.
Il 9 novembre 2021 il Consiglio ha adottato una sospensione parziale dell’accordo UE-Bielorussia relativo alla facilitazione del rilascio dei visti per i funzionari collegati al regime bielorusso.

 

Un problema di tutela dei diritti umani

Lo scenario politico appena descritto ha però delle ripercussioni importanti sui diritti umani di migliaia di persone che sono bloccate al confine europeo in condizioni disumane.

Quali le soluzioni europee?
L’Unione Europea ha stanziato nuovi fondi per l’assistenza umanitaria mobilitando 700mila euro per cibo, coperte e kit di primo soccorso. La presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen afferma però che “il regime bielorusso deve smettere di adescare le persone, mettendo a rischio le loro vite”.

Questa soluzione si può ritenere sufficiente?
Evidentemente no, ma, invero, non ci sono altre risposte.

Il vicepresidente della Commissione europea Schinas ha spiegato che non è previsto alcun piano per accogliere ed esaminare le richieste di protezione dei migranti, come invece prevederebbero le norme europee: e anzi ha annunciato che la Commissione proporrà una specifica deroga alle disposizioni in materia di accoglienza e protezione dei richiedenti asilo.

Di fatto verrà proposto di legalizzare i respingimenti indiscriminati di richiedenti asilo, vietati da diverse norme del diritto internazionale ed europeo. Schinas afferma che: «I rimpatri sono diventati la nostra principale priorità, non è una questione di flussi migratori, ma una grave minaccia alla nostra sicurezza».

La Commissione vorrebbe fare un passo ulteriore. Durante il dibattito al Parlamento Europeo, Schinas ha annunciato che la Commissione avanzerà una proposta nell’ambito dell’articolo 78, par 3, TFUE.
L’articolo prevede che nel caso «uno o più stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi», l’Unione possa «adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati».

 

Attività

Dopo aver letto l’articolo e il materiale consigliato, dividetevi in cinque gruppi. Ogni gruppo svolge una breve ricerca su uno di questi punti, e la riassume in al massimo 5 slide:

  1. Quali sono le cause che spingono le persone a lasciare il proprio Paese?
  2. Conosci altre crisi migratorie nel mondo (per esempio quella al confine Messico-USA)
  3. Anche l’Italia in passato è stata terra di emigranti: verso quali Paesi partivano soprattutto gli italiani?
  4. Sapresti dire quali sono gli strumenti europei per arginare e rispondere al fenomeno
  5. Che cosa potrebbe ancora fare l’Europa, secondo te?

Unite i vostri lavori in un’unica presentazione e illustratela a turno al resto della classe.

 

Fonti per approfondire:

Riferimenti nei testi Zanichelli

  • Monti-Faenza, Res publica 4ed, pp. 78 – 79
  • Ronchetti, Diritto e legislazione turistica 4ed, vol. 2, p. 50
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica 4ed, vol. 3, pp. 390-397

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