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  Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: l’Istat pubblica nuovi dati

Nel 1999 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, invitando gli Stati a sensibilizzare l’opinione pubblica per cercare di arginare il fenomeno.

 

Le fonti internazionali

Nel 2011 è stata approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa la più importante Convenzione internazionale sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, conosciuta come Convenzione di Istanbul (ratificata dall’Italia con la legge 27 giugno 2013 n. 773).

Secondo la Convenzione, per violenza nei confronti delle donne “si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata” intendendo per violenza di genere qualsiasi “violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato”.
Con violenza domestica si fa riferimento a “tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.

La Convenzione di Istambul impone agli Stati di contribuire ad eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne, promuovere la concreta parità tra i sessi e garantire comportamenti privi di violenza anche attraverso l’introduzione di servizi di protezione e supporto per contrastare la violenza contro le donne, come ad esempio: rifugi, centri antiviolenza, linee telefoniche gratuite 24 ore su 24, consulenza e assistenza medica per le vittime di violenza.

A livello internazionale è importante citare anche una più recente fonte: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu. L’obiettivo 5 dell’Agenda vuole raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze, anche attraverso l’eliminazione di ogni forma di violenza nei loro confronti.

 

Il Codice rosso

In Italia, un provvedimento volto ad arginare il fenomeno della violenza contro le donne è rappresentato dalla legge 19 luglio 2019, n. 69, che ha modificato il codice penale e di procedura penale. Questa legge è comunemente conosciuta con l’espressione Codice rosso in quanto ha introdotto, per i casi di violenza sulle donne, una corsia prioritaria e accelerata, in analogia ai codice colore adottati nell’accettazione presso gli ospedali che identificano con il rosso i casi più gravi e urgenti da trattare.

Andiamo ora ad analizzare alcune delle novità introdotte dal Codice rosso, alla luce dei recenti dati forniti dall’Istat e dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno. In seguito riassumiamo le più importanti modifiche.

A. L’introduzione di nuovi reati come:

  • il cosiddetto revenge porn (art. 612-ter c.p.): un reato che punisce la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate. In particolare è punita con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000, la condotta di chiunque invia, consegna, cede, pubblica o diffonde, senza l’espresso consenso delle persone interessate, immagini o video sessualmente espliciti, destinati a rimanere privati.
    Per questa fattispecie, esaminando il periodo gennaio – settembre 2022 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, si registra un decremento dei delitti pari al 20%, mentre dall’introduzione della norma si sono verificati complessivamente 3.496 reati.
    Per quanto attiene alle vittime, sono predominanti quelle di sesso femminile, con un’incidenza del 72%.
  • Il reato di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis c.p.): punisce con la reclusione da uno a cinque anni, chiunque con violenza o minaccia costringe una persona a contrarre matrimonio o unione civile.
    Esaminando il periodo gennaio – settembre 2022 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, tale violazione registra un significativo decremento del 53%, passando da 19 a 9 episodi criminali.
    Dall’entrata in vigore della norma, le violazioni hanno fatto registrare un’incidenza particolarmente elevata delle vittime di genere femminile (87%).
  • Il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (art. 583-quinquies c.p.), sanzionato con la reclusione da otto a 14 anni. Quando, per effetto del delitto in questione, si provoca la morte della vittima, la pena è l’ergastolo.
    Per questa tipologia di reato, nei primi nove mesi del 2022, si registra un incremento pari al 17% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
    Dall’entrata in vigore della nuova legge su 246 delitti commessi, l’incidenza delle vittime di sesso maschile è pari al 76%, mentre è del 24% per quelle di genere femminile. Tuttavia, analizzando il dato sugli autori di queste violenze emerge che per il 91% sono anch’essi di genere maschile e viene quindi confermato che, nella maggioranza dei casi, non si tratta di reati riconducibili alle dinamiche relazionali uomo/donna.

B. L’innalzamento delle pene dei cosiddetti reati spia (ovvero delitti che sono indicatori di una violenza di genere, in quanto potenziale e verosimile espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica diretta contro una donna in quanto tale) come:

  • Delitto di maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.)
    Nel periodo gennaio-settembre 2022 il 81% delle vittime sono donne, nell’analogo periodo nel 2021 erano il 82% le vittime di sesso femminile.
  • Stalking (tecnicamente: atti persecutori, art. 612 bis c.p.)
    Nel periodo gennaio-settembre 2022 il 75% delle vittime sono donne, nell’analogo periodo nel 2021 erano il 74% le vittime di sesso femminile.
  • Violenza sessuale (art. 609 bis c.p.)
    Nel periodo gennaio-settembre 2022 il 91% delle vittime sono donne, nell’analogo periodo nel 2021 erano il 92% le vittime di sesso femminile.
  • È stato previsto l’ergastolo in caso di omicidio avvenuto nell’ambito di una relazione affettiva anche senza una stabile convivenza.
    Sia nel biennio 2020/2021, che nel periodo gennaio – settembre del 2021, le donne uccise in ambito familiare/affettivo sono spesso vittime di partner o ex partner, con percentuali che oscillano di poche unità intorno al 70%. Negli ultimi nove mesi, invece, tale percentuale scende al 59%.

 

I percorsi di uscita dalla violenza

Dal 2020 l’Istat conduce annualmente la rilevazione statistica sull’utenza dei Centri antiviolenza. I dati del 2021 dimostrano che sono poco meno di 19.600 le donne che stanno affrontando il percorso di uscita dalla violenza.

La distribuzione per età delle donne vede maggiormente rappresentate le donne tra i 30 e i 49 anni (55%). Le donne con meno di 29 anni costituiscono il 20% di quelle che hanno iniziato il percorso di uscita dalla violenza, mentre sono il 17% quelle tra i 50 ed i 59 anni. La quota restante è costituita per l’8% da donne ultrasessantenni. Il 19% delle donne hanno iniziato il percorso di uscita dalla violenza in situazioni di emergenza o pericolo.

Nella quasi totalità dei casi (95%) le violenze subite sono riferibili ad un solo autore. Gli autori della violenza si trovano soprattutto tra le persone con cui la donna ha legami affettivi importanti:

  • 55% dei casi è il partner,
  • 23% si tratta di un ex partner,
  • 12% è un altro familiare o parente,
  • 10% violenze subite fuori dall’ambito familiare e di coppia.

Si rileva inoltre che circa un autore su cinque (20%) ha una forma di dipendenza, come ad esempio quella da alcool, droga, gioco o psicofarmaci.

 

Le chiamate al 1522 – Numero Anti Violenza

Nel 2006 il Dipartimento per le Pari Opportunità ha attivato il numero 1522 con l’obiettivo di contrastare il fenomeno della violenza intra ed extra familiare contro le donne. Il 1522 è un servizio pubblico attivo 24 ore su 24 che accoglie, con operatrici specializzate, le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.

Secondo i dati raccolti dall’Istat, rispetto al secondo e al terzo trimestre 2021, nei corrispondenti trimestri del 2022 si registra un calo delle chiamate (da 8.508 si passa a 7.562, -11% per il secondo trimestre; da 8.217 a 7.177, -12,6% per il terzo trimestre); calo che si registra della stessa intensità per i contatti via telefonica che passano da 7.210 a 6.243 (-13,1%) nel secondo trimestre e da 6.815 a 5.811 (-14,7%) nel terzo trimestre. Via chat il calo dei contatti risulta più contenuto nel terzo trimestre; da 1.402 a 1.366, -2,6%; mentre per il secondo trimestre si registra un incremento del +1,6%.

In conclusione, risulta quindi evidente che, nonostante gli interventi posti in essere per cercare di eliminare il fenomeno della violenza contro le donne, ancora oggi si verificano troppi tragici eventi, che dimostrano come il diritto ad una vita libera non sia ancora una realtà per tutte. Come dichiarato dal Presidente della Repubblica il 25 novembre 2022, è opportuno concentrarsi ancora molto sulla prevenzione attraverso l’educazione all’eguaglianza, al rispetto reciproco e al rifiuto di ogni forma di sopraffazione.

 

Attività

Dividetevi in gruppi di 5 ragazze e ragazzi e girate un breve video, della durata massima di 1 minuto, che abbia il fine di sensibilizzare i vostri coetanei e prevenire la violenza contro le donne.

 

Fonti per approfondire:

 

Riferimenti nei testi Zanichelli:

  • Monti-Faenza, Res publica, 4ed, pp. 112-113, 450-452
  • Ronchetti, Diritto ed economia politica, 5ed, vol. 3, pp. 106-108
  • Monti, Per questi motivi, vol. 3, pp. 79-80

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